28 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Caso Lavitola-Tarantini

Berlusconi nel memoriale: «Posso documentare tutto»

Il Premier: «I contanti presi da una cassaforte a Roma e consegnati a Lavitola»

NAPOLI - In cinque pagine di memoriale il premier Silvio Berlusconi ha spiegato ai pm di Napoli come e perché fornì aiuto economico ai coniugi Tarantini, precisando: «A Roma ho una cassaforte dove tengo sempre disponibile una somma in contanti per le mie spese personali e per le necessità di casa che alimento io stesso, portando del denaro ad Arcore - Somme tratte dai miei conti correnti personali, prelevate dai miei ragionieri e documentabili in ogni momento».

Nella memoria consegnata alla procura di Napoli, Berlusconi ribadisce di aver dato aiuto a una famiglia, quella di Lavitola, che versava in «una situazione gravissima» e ricorda di aver conosciuto Lavitola per la sua attività di giornalista e Tarantini in quanto «mi fu presentato come imprenditore di successo».

Nella memoria non fa cenno esplicito ai 500mila euro che secondo la Procura sarebbero al centro della presunta estorsione. E parla invece genericamente di un «finanziamento» spiegando di aver consegnato la somma «in molteplici tranches dalla primavera di quest'anno fino a prima dell'inizio dell'estate»; le dazioni sarebbero avvenute «sempre in Roma» e in contanti. «Lavitola mi disse che avrebbe depositato lui direttamente i fondi presso una banca in Sudamerica dove erano già depositati i suoi fondi personali e che avrebbe preferito ricevere la somma da me in contanti». «Non sono in grado di ricordare il numero delle tranches» ha ribadito il premier.