Lepore, ultimatum a Berlusconi: si presenti o prepariamo la Polizia
Il Pdl insiste: «Palma mandi gli ispettori a Napoli». Mantini (Udc): «Il Procuratore sia più prudente e collaborativo». Intanto l'Avvocato Ghedini è stato sentito dai Pm di Napoli
ROMA - Il Pdl chiede nuovamente al ministro della Giustizia, Nitto Francesco Palma, di valutare l'opportunità di inviare un'ispezione presso la Procura di Napoli dopo le dichiarazioni del procuratore capo Giovandomenico Lepore secondo il quale «la memoria difensiva (inviata dal premier, ndr) non basta, vanno fatte le domande e ci sono fatti specifici da contestare».
L'interrogazione parlamentare firmata da Francesco Paolo Sisto, Manlio Contento ed Enrico Costa sottolinea che nell'inchiesta sulla presunta estorsione ai danni del presidente del Consiglio, «si sono verificati alcuni episodi che destano sconcerto».
Legittimo il dubbio che le indagini sono orientate contro il Premier - I deputati del Pdl citano testualmente le dichiarazioni fatte da Lepore alla trasmissione di Radio24 riguardo la posizione di Berlusconi e la sua testimonianza e aggiungono poi che, «stando alle rivelazioni dei mezzi di informazione, i sostituti procuratori incaricati dell'inchiesta avrebbero proceduto all'assunzione di informazioni nei confronti dei difensori di un indagato, i quali risulterebbero essere stati obbligati a rispondere in quanto 'sollevati' dal segreto professionale in virtù di un decreto adottato dalla stessa procura».
«Se quest'ultima circostanza risultasse confermata - si legge ancora nell'interrogazione - ci si troverebbe di fronte ad una palese violazione del diritto di difesa finalizzata a raccogliere, travolgendo le regole processuali, ma in sintonia con le dichiarazioni del procuratore capo di Napoli, fatti specifici da contestare alla vittima del reato rendendo lecito il dubbio che in concreto le indagini siano orientate contro il presidente del Consiglio».
La richiesta rivolta al Guardasigilli è dunque «se alla luce delle circostanze indicate non ritenga opportuno disporre un'ispezione presso i competenti uffici giudiziari al fine di verificare l'accaduto e di accertare eventuali responsabilità».
Lepore: «La memoria difensiva non basta a evitare i pm» - «La memoria difensiva del premier Berlusconi non basta ad evitare il faccia a faccia coi magistrati». Così il procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore, intervenuto a 24 Mattino su Radio 24 per parlare del procedimento sulla presunta estorsione ai danni del premier.
Commentando la notizia che i legali di Berlusconi hanno depositato una memoria, Lepore ha detto: «Non è un memoriale ma una memoria difensiva. Ma non basta, anche se va letto ciò che c'è scritto e tenerne conto ai fini processuali. Va sentita la parte lesa, noi abbiamo elementi per pensare che ci sia un'estorsione e la vittima, il premier, nega l'estorsione, quindi dobbiamo sapere i particolari. La memoria difensiva non basta perché è una versione unilaterale, vanno fatte le domande e ci sono fatti specifici da contestare. Le controdeduzioni con domande da parte dei magistrati sono necessarie per fare chiarezza, non per senso di persecuzione nei confronti di qualcuno. Nessun cittadino si può sottrarre a suo piacimento all'esame da parte dei magistrati. Lo stesso Presidente della Repubblica può essere sentito come teste, con prerogative come quella di essere sentito al Quirinale, ma non si può sottrarre».
Lepore ha commentato anche il viaggio odierno di Berlusconi a Bruxelles, che ha comportato un legittimo impedimento all'incontro coi magistrati di Napoli: «Non credo che il premier stia fuggendo dai magistrati, comunque non si è presentato.
Cercheremo un'altra data nei prossimi giorni. Sui motivi che hanno indotto il presidente ad andare a Bruxelles non possiamo fare valutazioni, se non quella formale. Se anche avessi un dubbio che è un viaggio di comodo, quel dubbio rimarrebbe in me, non lo potrei esternare».
Lepore ha quindi respinto il sospetto di volere fare una «trappola» al premier, convocandolo come parte lesa ma col rischio di tramutare la sua posizione in indagato, come si legge su qualche giornale. Però non ha escluso l'eventualità: «Berlusconi è parte lesa, non indagato. Naturalmente se lui desse una versione che contrasta con alcuni elementi obiettivi che abbiamo a disposizione, allora bisogna che una delle due posizioni prevalga sull'altra. Quindi naturalmente c'è questa possibilità, ma fino a un certo punto».
Infine un commento sulla competenza territoriale: «Siamo stati noi i primi a sollevare la questione. Nella richiesta fatta al gip non escludevamo che la competenza fosse di altri. Il gip ha vagliato e ha riconosciuto che allo stato attuale siamo competenti noi. Ora la difesa ha fatto altre eccezioni e gli organi giudiziari vaglieranno la loro richiesta».
Sisto (Pdl): «Lepore? Siamo alle comiche giudiziarie» - «Siamo alle comiche giudiziarie. Il Procuratore della Repubblica di Napoli, prima di ricevere la memoria di una persona offesa, ne sancisce a priori la inutilità, imponendo al presidente del Consiglio di comparire dinanzi ai pubblici ministeri per effettuargli delle contestazioni specifiche». E' quanto ha dichiarato in una nota Francesco Paolo Sisto (Pdl), componente della Commissione giustizia della Camera e Vicepresidente della Giunta per le Autorizzazioni a procedere.
«Ma Berlusconi - ha aggiunto - per i pm napoletani è vittima o quasi-indagato? In questa incertezza surreale sul finale della commedia, si consuma l'ennesima mortificazione del processo penale, dell'immagine della magistratura, del diritto di difesa di ciascun cittadino, chiunque egli sia».
Ghedini sentito dai Pm di Napoli - Nicolò Ghedini, storico avvocato di fiducia del premier Silvio Berlusconi e parlamentare del Pdl, è stato ascoltato questa sera a Roma dai magistrati della Procura di Napoli titolari dell'inchiesta sulla presunta estorsione ai danni del presidente del Consiglio orchestrata, secondo le accuse, dai coniugi Tarantini e da Valter Lavitola. Ghedini è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti.
D'Alema: «Berlusconi incontri i PM, è un atto dovuto» - Silvio Berlusconi deve incontrare i magistrati che lo vogliono sentire sull'inchiesta Tarantini, perchè è «un atto dovuto, di rispetto verso la giustizia», che vale «per tutti i cittadini». Lo ha detto Massimo D'Alema, a margine di un dibattito alla festa del Pd di Modena.
«Ritengo che il presidente del Consiglio - ha detto D'Alema - potrebbe incontrare i magistrati. Come tutti i cittadini ritengo che incontrare i magistrati per chiarire cose che devono essere chiarite, è un atto dovuto, un atto di rispetto verso la giustizia». Questa «contrapposizione tra giustizia e potere politico - ha aggiunto - è preoccupante; non possiamo dimenticare che queste» contrapposizioni «nascono per una evidente ostilità del presidente del Consiglio verso la giustizia e l'indipendenza dei giudici di cui egli dà manifestazione quotidiana».
Mantini (Udc): «Lepore sia più prudente e collaborativo» - «La sola ipotesi dell'accompagnamento coatto del Premier Berlusconi nel processo Tarantini, dove è parte lesa, appare grottesca e preoccupante». Lo dice Pierluigi Mantini, capogruppo dell'Udc in Giunta per le Autorizzazioni.
«Nessun cittadino dovrebbe essere trascinato con la forza dinanzi al pubblico ministero che indaga in suo favore», sottolinea il parlamentare considerando «ridicola l'idea che il capo del governo, in una fase di grave crisi del Paese, possa essere costretto ad essere ascoltato senza concordare ragionevolmente le date, con il dovuto fair play, in ossequio al principio di leale collaborazione».
«La notifica pubblica dei tre giorni entro cui Berlusconi deve presentarsi alla Procura di Napoli è irrituale e ben poco collaborativa - continua - In ogni caso il procuratore Lepore deve sapere che non sussistono precedenti parlamentari, presso la Giunta, di autorizzazione all'accompagnamento coatto di un parlamentare affinché sia meglio difeso».
«Dobbiamo essere tutti seri e responsabili, senza esasperare i conflitti inutili nel Paese», conclude.
Ferranti (Pd): «Le Camere non sono un'appendice della Difesa» - «Invece di sollevare polveroni su questioni di lana caprina attraverso i suoi azzeccagarbugli, Berlusconi svolga con senso di responsabilità il ruolo di persona informata sui fatti e indichi al più presto la data in cui è disponibile ad essere sentito dai magistrati». Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, che sottolinea come la magistratura abbia dato, «nel rispetto delle regole, piena disponibilità per contemperare le esigenze di giustizia con gli impegni di governo».
«Inoltre - aggiunge - dovrebbe essere interesse di Berlusconi, parte lesa, trovare al più presto un buco sulla sua agenda per chiarire tutti gli aspetti oscuri di questa vicenda, a partire dai rapporti triangolari con l'attuale latitante Lavitola e l'imputato Tarantini. La proliferazione di interrogazioni parlamentari a firma Costa e Contento, non solo sono ingerenze nell'esercizio delle indagini, ma strumentalizzano l'attività ispettiva per esigenze difensive personali del cittadino Silvio Berlusconi. Il Parlamento non è un'appendice del suo collegio difensivo».