25 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Cicchitto: «Apprezzo Casini, ma Berlusconi resta»

Casini: «Necessarie scelte impopolari, serve un Governo ampio»

Il leader dell'UDC: «Forze responsabili si facciano avanti, il Paese è sull'orlo del burrone». D'Alema: «Il voto è la via maestra». Di Pietro: «Bersani non guardi a Casini ma a Idv»

ROMA - Per salvare l'Italia che «danza pericolosamente sull'orlo del burrone» sono necessarie «scelte impopolari e difficili che si rinviano da anni», e per farle «le forze responsabili devono cercare una soluzione insieme». Altrimenti «l'Italia va a rotoli». Ospite del Tg1, il leader dell'Udc rilancia la sua proposta di un governo di unità nazionale, sottolineando come «dentro la crisi europea esiste il 'problema italiano': la Spagna è più debole, però paradossalmente è messa meglio».
Sulla composizione di questo governo, Casini spiega: «C'è un faro in Italia, il Presidente della Repubblica. Davanti ad una manovra indispensabile e urgente, come l'ha definita Napolitano, e che tutta l'Europa ci sollecita, che domani si faccia una votazione sulle pregiudiziali di costituzionalità contro la manovra presentate dall'Idv vuol dire che forse non tutti si sono resi conto. Quelle forze si autoescludono, non sono responsabili per fare scelte impopolari come quelle che servono. Se si vogliono prendere voti facendo propaganda, sia chiaro che questo governo i voti li perderebbe perchè si tratta di fare scelte rinviate da anni».

Cicchitto: «Apprezzo Casini, ma Berlusconi resta» - Apprezzamento per le parole di Pier Ferdinando Casini, che sabato da Chianciano ha aperto al confronto col Pdl a patto che Berlusconi lasci. Ma Berlusconi non lascerà. Lo dice Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, al Corriere della Sera.
Il ragionamento del leader Udc «contiene una pregiudiziale - il cosiddetto ritiro di Berlusconi - che noi non accettiamo. Però, il tono era quello giusto, molto diverso da quello di Cesa contraddittorio rispetto alla linea di equilibrio che l'Udc e lo stesso Cesa hanno sempre tenuto».
Quelle di chi chiede un passo indietro di Berlusconi sono «posizioni polemiche assolutamente provinciali derivanti in parte da faziosità, in parte da un'analisi sbagliata di chi mette insieme due situazioni totalmente diverse: quella che deriva dalla crisi economica, e quella che deriva da uno sfrenato uso politico della giustizia», di cui Berlusconi «è vittima».
Comunque «Berlusconi non sta arroccato», oggi affronta la manovra, e per il 2013 «immagina una soluzione diversa e ha dato oggi un segnale di cambiamento indicando in Angelino Alfano il protagonista del rinnovamento del partito e anche di una nuova fase politica del centrodestra».

D'Alema: «Il Premier deve lasciare, il voto è la via maestra» - «Credo sia una assoluta necessità per il paese che Berlusconi se ne vada perchè la caduta di credibilità di Berlusconi e del suo governo, anche su scala internazionale, fa pagare al paese un prezzo aggiuntivo» è quanto ha affermato l'esponente del Pd, Massimo D'Alema facendo il suo ingresso alla festa del partito a Milano.
Parlando in merito alla proposta avanzata da Pier Ferdinando Casini, di un governo tecnico, D'Alema ha precisato che dopo che il premier avrà lasciato «spetterà al Capo dello Stato valutare le condizioni per un governo di responsabilità nazionale: siamo disponibili a fare ciò che è necessario per il bene del paese, pur ritenendo che in tempi brevi la via maestra siano le elezioni».

Di Pietro: «Bersani non guardi a Casini ma a Idv» - L'Idv di Antonio Di Pietro lancia un sos al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani invitato alla festa dell'Italia dei Valori a Vasto affinché guardi all'Idv e non all'Udc di Casini.
«Dobbiamo fare in fretta ed avere le idee chiare - ha sottolineato Di Pietro da Verona dove ha partecipato alla raccolta delle firme per il referendum per cambiare la legge elettorale - alla nostra festa nazionale di Vasto ho invitato per un confronto insieme con me Vendola e Bersani. Vendola ha già accettato, Bersani mi ha appena detto che forse ha un altro impegno. Gli ho risposto oggi con una lettera aperta - ha proseguito Di Pietro - dicendogli che se è un problema di giorno e orario lo sposto come vuole lui, ma se nicchia perché vuole guardare ancora verso Casini, allora non ci siamo».