29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
L'interrogatorio dell'imprenditore barese

Tarantini: «Andai ad Arcore per chiedere i 500mila euro»

«C'era Lavitola, non vedevo il presidente da 2 anni». I legali soddisfatti chiedono di «acquisire le dichiarazioni di Valter Lavitola»

NAPOLI - «Era una domenica di marzo e penso che dalle intercettazioni si possa vedere», spiega Giampaolo Tarantini ai magistrati rispondendo, nel corso dell'interrogatorio di garanzia che si è svolto sabato scorso, alle domande sul suo incontro con il premier Silvio Berlusconi. L'imprenditore barese ricorda di essere arrivato ad Arcore in mattinata. L'arrivo fu su una Mercedes nera presa a noleggio. La breve attesa avvenne in un salottino parlando con Valter Lavitola che lo aveva accompagnato e al quale Tarantini racconta di aver confidato la grande emozione che provava al punto che «gli dissi che mi vergognavo a chiedere i soldi e Lavitola mi disse non ti preoccupare, li chiedo io». Quindi avvenne l'incontro con Berlusconi. Tarantini ai pm ricostruisce quel momento. «Non lo vedevo da due anni, ero imbarazzato, credo di essermi anche commosso».
Spiega anche il motivo di quella loro visita al premier, raccontando che i 500mila euro chiesti a Berlusconi sarebbero dovuti servire per avviare la produzione di protesi ortopediche. «La mia unica opportunità - è la versione che Tarantini ha sottolineato anche in un memoriale - per potermi in qualche modo riprendere era quella di reinserirmi nello stesso settore di attività in cui lavoravo in precedenza e avevo pensato che siccome il mio nome non era più spendibile nel mio settore in quanto sono stato accusatore di vari dirigenti pubblici soprattutto di Asl, di poter stabilire altrove la mia attività imprenditoriale». Il progetto, dunque, era avviare la produzione di protesi all'estero e venderle in Italia. «Il presidente - ricorda Tarantini - senza neanche pensarci un secondo mi disse che non c'erano problemi e mi fece l'augurio di potermi riprendere economicamente».

I legali: «Acquisire le dichiarazioni di Valter Lavitola» - I legali di Giampaolo Tarantini hanno mostrato ai pm della Procura di Napoli, nel corso dell'interrogatorio di oggi dell'imprenditore barese, una copia del comunicato che Valter Lavitola (altro personaggio chiave dell'inchiesta ancora all'estero e destinatario di una misura cautelare) aveva inviato nei giorni scorsi alla stampa. «Se si accerterà la paternità di queste dichiarazioni - hanno spiegato gli avvocati Diddi e Filippelli, difensori di Tarantini - chiederemo ai magistrati di acquisirle perché riteniamo che vi siano elementi interessanti».
L'interrogatorio, il secondo sostenuto da Tarantini dopo quello di garanzia di sabato scorso, segna per la difesa «un passo avanti». «Dal 1 agosto ad oggi la Procura ha svolto diverse indagini e ascoltato diverse persone - hanno aggiunto i legali - e le risposte di Tarantini riteniamo che siano state soddisfacenti». Anche lo stesso Tarantini, secondo i suoi avvocati, avrebbe avuto oggi la consapevolezza «di essere a un passo dal chiudere almeno parzialmente questa vicenda».
Stretto riserbo sulla possibilità che nel colloquio di oggi con i magistrati si sia fatto riferimento anche alle indagini di Bari. Quanto all'audizione di Berlusconi, prevista per martedì prossimo, i legali di Tarantini hanno detto: «Sarebbe un ulteriore elemento a conferma della nostra linea difensiva che quello che è stato anticipato dalla stampa sarà confermato anche in sede giudiziaria».