19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Berlusconi sexy-gate

Incubo intercettazioni per Berlusconi, timore «ricadute» a estero

Martedì Giudici a Palazzo Chigi per il caso Tarantini, giornata di full immersion con Avvocati

ROMA - Come per ogni inchiesta che lambisce o coinvolge a vario titolo il Cavaliere, anche per il filone pugliese prende forma e si alimenta uno spettro, che preoccupa governo e maggioranza: le intercettazioni. Ascolti che chiamano in causa Berlusconi o che vedono il premier protagonista involontario, come già accaduto pochi giorni fa, in occasione della trascrizione nella quale indicava l'Italia con un appellativo non esemplare. Per ora si tratta solo di rumors senza conferme ufficiali. Ma tanto basta a rendere il clima, se possibile, ancora più incandescente. Tutto questo mentre il presidente del Consiglio si prepara ad essere ascoltato a Palazzo Chigi dai magistrati, martedì prossimo, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere Gianpaolo Tarantini per una presunta estorsione ai suoi danni. Con la possibilità, sempre presente, di essere ascoltato dai giudici come testimone e veder cambiare in corsa la propria posizione nel procedimento.

Intercettazioni «imbarazzanti» - In attesa dell'incontro con i magistrati, si rincorrono voci su possibili intercettazioni potenzialmente capaci di mettere in imbarazzo il premier, non solo per i contenuti che vengono definiti scabrosi, ma anche perché - dicono i boatos - potrebbero creare problemi anche con importanti partner stranieri. Intanto, archiviata la manovra economica al Senato, Berlusconi è tornato dunque ad affrontare il capitolo giustizia, trascorrendo l'intero pomeriggio con i suoi legali a Palazzo Grazioli. Lo descrivono profondamente indispettito perché costretto a «passare le giornate» in faccende che non riguardano la preoccupante crisi economica e l'attività di governo. E preoccupato, perché la voce che si rincorre - quella della possibile pubblicazione di un paio di ascolti capaci di imbarazzarlo - passa di bocca in bocca e rischia di superare i confini nazionali. Fango, solo fango, così lo considera e va ripetendo anche privatamente il premier, che considera questo l'ennesimo capitolo di una strategia che mira a colpirlo attraverso l'uso politico della giustizia. Solo voci, per adesso, capaci però di destabilizzare un Palazzo che già si interroga sui prossimi passaggi.

La manovra e le modifiche «consigliate» dall'Ue e dal Colle hanno di certo lasciato un segno. Se infatti consegnano un ministro dell'Economia «indebolito», come ha avuto modo di ripetere anche oggi Berlusconi a un big pidiellino, riflettono anche l'immagine di un governo costretto a decidere anche in base ai desiderata europei. E siccome è tornato insistente a circolare l'ipotesi di esecutivi diversi dall'attuale, pare che Berlusconi sia pronto a sfidare chi sostiene la necessità di un cambio a Palazzo Chigi. «C'è chi vuole scalzarmi - ha ragionato ieri a Grazioli e ancora oggi - ci mettessero la faccia. Noi abbiamo i numeri. Ma se chi qualcuno reclama un cambio, lo dica chiaramente e lo determini. Poi voglio vedere l'opposizione cosa è capace di fare, quali misure è in grado di prendere...».