28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
L'allarme lanciato dal vicepresidente Vietti

Il CSM boccia il processo lungo: «Effetti dirompenti»

Il Primo Presidente della Cassazione Lupo: «E' la morte del processo penale». Di Pietro: «E' la più grande amnistia, ora basta». Ferranti (Pd): «La Maggioranza lo ritiri, è un obbrobrio legislativo»

ROMA - Il «processo lungo» è «la morte del processo penale». Sono passati i giorni caldi di fine luglio quando il Senato era alle prese con il contestato provvedimento che alla difesa di portare in aula un numero illimitato di testimoni, cancellando il potere del giudice di escludere le prove superflue, ma le parole del primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo anche oggi si sono levate forti nell'aula Bachelet di Palazzo dei Marescialli, dove il Csm ha approvato un documento in cui boccia senza mezzi termini quel provvedimento. Norme, mette in guardia l'organo di autogoverno delle toghe, che preoccupano perchè avranno «effetti dirompenti sul sistema giudiziario».

L'allarme è in una risoluzione approvata dal plenum a larga maggioranza (18 voti a favore), contrari soltanto i tre consiglieri laici di centrodestra: il ddl presenta aspetti «contestabili e non condivisibili», hanno ammesso, chiarendo però che il loro «no» è dettato dalla convinzione che il Csm non possa censurare un ddl all'esame del Parlamento, altrimenti si interferisce nell'attività delle Camere.
Prima della pausa estiva, proprio mentre infuocava la polemica per quella che è stata bollata come «l'ennesima legge ad personam per Berlusconi», togati di tutte le correnti e laici di centrosinistra avevano provato ad approvare il documento. Ma i colleghi del centrodestra avevano minacciato di abbandonare i lavori costringendo al rinvio. Oggi i riflettori si sono riaccesi, e il giudizio del Csm resta senza appello: «Il processo lungo avrà un effetto dirompente sul sistema giustizia», perchè «legittimando le più varie tattiche dilatorie da parte degli imputati avrà la capacità di rallentare a dismisura la durata di tutti i procedimenti in corso». E a preoccupare è anche la norma transitoria che prevede l'applicazione delle nuove regole ai processi in corso in primo grado per i quali non sia chiuso il dibattimento: potrà «determinare la necessità di far ricominciare daccapo tutti i processi in corso in primo grado per consentire alle parti di avvalersi della nuova disciplina».
Le norme proposte, ha avvertito ancora il Csm, vanno in «direzione opposta» al principio costituzionale della ragionevole durata del processo e a quelle che sono le esigenze della giustizia, che soffre proprio l'eccessiva lunghezza dei processi. Se poi i suoi effetti si sommeranno a quelli del ddl sulla prescrizione breve, il risultato sarà quello di «negare le condizioni per pervenire ad un accertamento dei fatti oggetto delle imputazioni in tempi ragionevoli», che significa «vanificare ogni tentativo di offrire un servizio di giustizia efficiente per i cittadini nel rispetto del principio di uguaglianza e legalità».

Preoccupazione risuonata in molti interventi dei consiglieri. A cominciare da quello del presidente della Cassazione: «È evidente che questa legge significa riconoscere il diritto alla prescrizione dei reati per ogni imputato che sia difeso adeguatamente», perchè con le nuove norme «si può allargare all'infinito l'elenco dei testimoni». Lupo è tornato indietro nel tempo, richiamando le leggi razziali: quando furono emanate in Italia «non ci fu una reazione adeguata. Domani chi esaminerà l'attuale periodo - ha detto - si scandalizzerà di come non si reagisca di fronte alla morte del processo penale».

Toni allarmanti che hanno caratterizzato anche altri interventi. «Ci apprestiamo a celebrare la morte del processo penale» ha insistito Angelantonio Racanelli di Magistratura indipendente, convinto che «sarebbe meglio che la politica si assumesse la responsabilità di dire che i processi nei confronti di Tizio e dei suoi amici non si fanno». «Il sistema imploderà, si va verso il baratro», ha avvertito il laico del Pd Glauco Giostra. Mentre Nello Nappi del Movimento per la giustizia ha fatto notare che si tratta della «85esima modifica in 20 anni al codice di procedura penale, la quarta solo quest'anno, non è una confessione di inadeguatezza e fallimento da parte del ceto politico?». «Questo ddl dichiara il fallimento del processo penale», ha sottolineato Riccardo Fuzio di Unità per la Costituzione, per il quale «non si possono abbreviare i tempi di prescrizione e poi allungare i tempi del processo».

Di Pietro: «E' la più grande amnistia, ora basta» - Antonio Di Pietro torna all'attacco delle norme sul processo lungo: «Rappresenta la più grande amnistia della nostra storia repubblicana. È un oltraggio alla Costituzione e uno scempio del diritto», afferma il leader di Idv.
«Con questo disegno di legge - prosegue - il governo salva, ancora una volta, Berlusconi dai processi e contemporaneamente nega ai cittadini la possibilità di avere giustizia. La maggioranza sta barattando la legalità per garantire l'impunità al presidente del Consiglio ed è ancora più mortificante per il Paese che questo avvenga in un momento di crisi economica e sociale senza precedenti. Adesso basta: vadano a casa».

Ferranti (Pd): «La Maggioranza lo ritiri, è un obbrobrio legislativo» - «Le critiche del Csm non possono cadere nel vuoto, il processo lungo va ritirato». La richiesta arriva dalla capogruppo democratica nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. «Se nella maggioranza qualcuno ha ancora dei dubbi - aggiunge - si faccia una chiacchierata con i componenti laici del Csm espressi dal Pdl che oggi hanno votato 'no' solo per ragioni di metodo e che nel merito hanno espresso forti perplessità sul ddl Lussana. La maggioranza blocchi quell'obbrobrio legislativo».

Rao (Udc): «No a nuove polemiche» - «Nella difficile situazione in cui si trova l'Italia, riteniamo non auspicabile nè utile aprire l'ennesima polemica sui temi della giustizia». Il capogruppo Udc in commissione giustizia di Montecitorio Roberto Rao ha invitato «governo e maggioranza ad abbandonare la strada del cosiddetto processo lungo, viste anche le ragionevoli argomentazioni avanzate dal Csm nell'esprimere il parere contrario al provvedimento, il cui unico effetto sarebbe quello di paralizzare il sistema».
«Maggioranza e opposizione si concentrino invece - ha aggiunto Rao - su altri interventi in materia di giustizia davvero utili e urgenti, auspicati dallo stesso ministro Nitto Palma come lo snellimento e la riduzione dei tempi dei processi, l'assegnazione dei magistrati di prima nomina nelle sedi disagiate, l'efficienza dei tribunali, nonchè un pacchetto di norme strutturali necessarie per risolvere la drammatica emergenza delle carceri italiane».