Bersani: «Manovra iniqua. Il Governo sa solo mentire»
Bindi: «Solo l'opposizione risponde all'appello di Napolitano». Renzi: «Bersani tiri fuori le idee, non solo gli striscioni». Fassina: «Sacconi inadeguato e accecato da ideologia»
ROMA - Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, lamenta il ricorso all'ennesimo voto di fiducia su una manovra che «resta iniqua e inefficace» e, a chi sollecita il contributo dell'opposizione, manda a dire: «Ciascuno si assuma le proprie responsabilità». «Avevano promesso di non mettere la fiducia - afferma in una nota - per consentire il dibattito e il contributo da parte di tutti. Ma ancora una volta hanno cambiato le carte in tavola. Questo è un governo che sa solo mentire. L'ennesima chiusura di ogni possibile discussione ci consegna una manovra che resta iniqua e inefficace».
«Non si vede ad esempio - spiega il leader Pd - perché, in luogo dell'aumento dell'Iva, non si introduca un'imposta ordinaria sui grandi patrimoni immobiliari. L'idea di fondo è sempre la stessa: scaricare il peso del risanamento sui molti e tenere al riparo qualcuno».
«Chi ci dice - prosegue Bersani - che l'opposizione deve dare il proprio responsabile contributo guardi finalmente l'operato del governo e tiri le sue conclusioni. Nessuna proposta dell'opposizione tesa a mettere equità nel carico della manovra è stata accolta, così come testardamente il governo ha voluto insistere nell'inutile e scriteriata proposizione dell'articolo 8. A questo punto - conclude - ciascuno si assuma le proprie responsabilità».
Bindi: «Solo l'opposizione risponde all'appello di Napolitano» - Sulla manovra «solo l'opposizione mostra di aver compreso e raccolto gli appelli alla responsabilità del Capo dello Stato». Lo dichiara Rosy Bindi, Presidente dell'Assemblea Pd e vice presidente della Camera.
«Il governo - osserva - se la canta e se la suona da solo. Anche le ultime modifiche, sempre che tali restino da qui alla conversione del decreto legge, sono nel segno dell'improvvisazione e dell'iniquità e confermano le divisioni e la confusione d'idee tra le varie anime del Pdl e della Lega. Si continua a fare male al Paese, senza un piano credibile capace di aggredire le ragioni della crisi. Il rifiuto a confrontarsi in modo vero con tutti e la cinica volontà di dividere il mondo del lavoro in buoni e cattivi, dimostrano una volta di più la totale inadeguatezza di questo governo e della sua maggioranza».
Renzi: «Bersani tiri fuori le idee, non solo gli striscioni» - «Spero che il segretario del Pd tiri fuori le idee e non soltanto gli striscioni nelle manifestazioni». Lo ha detto Matteo Renzi, sindaco di Firenze, oggi a Studio aperto.«Credo - ha aggiunto - che la gente non si aspetti dal PD a quante manifestazioni partecipiamo, ma si aspetta di sapere se noi siamo quelli che si lamentano soltanto di Berlusconi o se abbiamo idee diverse, precise, concrete.
Dall'innovazione al lavoro, dallo sviluppo per i giovani alle prospettive che riguardano l'ambiente e la solidarietà; questo si aspettano dal Pd, non l'ennesima discussione su chi c'era e chi non c'era alla manifestazione».
In generale«ho grande rispetto per chi oggi è sceso in piazza e ha voluto partecipare allo sciopero; personalmente, credo che il compito dei politici non sia quello di stare in mezzo alle piazze, ma sia quello di stare a risolvere i problemi. Per questo sono stato con la mia giunta a Palazzo Vecchio a tentare di risolvere i problemi dei fiorentini.«La manovra «sembra una manovra fatta dal mago Silvan anziché dal Ministro del Tesoro - risponde il sindaco - Ogni giorno ci sono delle misure che appaiono e poi improvvisamente scompaiono. Sinceramente è molto triste, anche perché, così facendo, i mercati te la fanno pagare, e i risparmi che si vorrebbero ottenere dalla manovra si perdono con una giornata come quella di oggi o come quella di ieri, ancora peggiore. Il governo sia serio: dica dove vuole prendere i soldi e non abbia paura».
Finocchiaro: «Il mantra del Governo è fare dispetto alle opposizioni» - «Ma vi pare normale che in un Paese che si trova in questa gravissima situazione un Governo, che è così indeciso, pasticcione e rissoso, che trova dall'altra parte opposizioni serie, responsabili, propositive e puntuali, abbia come unico mantra giornaliero infilare due dita negli occhi delle opposizioni? Mi chiedo quale sia il senso politico di questa cosa. Così come mi chiedo perchè in una situazione come quella attuale, visto che non porta una lira nelle casse dello Stato, bisogna mantenere, una norma, l'articolo 8, che spacca il Paese e porta milioni di persone in piazza?». Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd intervenendo nell'aula del Senato.
«Questa manovra finanziaria ha mutato continuamente anima e pelle nel corso di queste settimane nelle quali la Commissione bilancio ha ininterrottamente lavorato su testi continuamente diversi - ha ricordato Finocchiaro -. Ne sono rimaste identiche tre caratteristiche: il fatto di non contenere misure strutturali, il fatto di non avere misure per la crescita, il fatto di essere fortemente iniqua nelle misure che sono state scelte. Noi abbiamo continuato a dire la verità e a lavorare pazientemente, da idea balzana a idee balzana, da summit a Consigli vari, a luoghi di riunione, ad eremi di Lorenzago, a rientri in campo del Ministro dell'economia, alle limitazioni del conteggio ai fini pensionistici degli anni di università e del militare. Ne abbiano sentite di tutti i colori e nel frattempo il tempo trascorreva».
«Ora la data di mercoledì, conquistata senza sforzo nel dialogo con opposizioni responsabili, diventa un totem entro il quale far entrare il voto di fiducia su misure che colpiranno comunque il Paese - osserva la presidente dei senatori del Pd -. Com'è che il Governo non riesce a comprendere che una manovra adottata nella pienezza dell'esame da parte del Parlamento, comunque vada il voto, dà il senso di un Paese che vede pienamente coinvolte le istituzioni rappresentative nell'esame e nell'adozione di una manovra? Mi pare significhi - conclude Finocchiaro - che il Governo sin dall'inizio è assai più attento a salvarsi dalle tensioni interne che a pensare al bene dell'Italia».
Fassina: «Sacconi inadeguato e accecato da ideologia» -«Il ministro Sacconi non perde occasione per manifestare la sua inadeguatezza istituzionale. Lo sciopero indetto dalla Cgil ha raccolto un'adesione straordinaria, ben oltre la sua area, come tante mobilitazioni unitarie dimostrano».
Lo dichiara Stefano Fassina, responsabile economia del Pd, per il quale «milioni di lavoratori e lavoratrici, nonostante enormi difficoltà economiche, hanno sacrificato una giornata di reddito per chiedere le dimissioni di un governo allo sbando e proporre un'altra politica economica. Un Ministro non accecato dall'ideologia farebbe almeno finta di ascoltare la voce di larghissima parte del Paese. Un Ministro minimamente adeguato tornerebbe indietro sull'art 8. Con Sacconi non c'è speranza. Sfrutta strumentalmente l'emergenza per continuare a colpire i lavoratori e le lavoratrici».