28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Davanti al gip del tribunale di Napoli Amelia Primavera

Tarantini interrogato per sei ore: «Berlusconi mi ha aiutato»

I legali dell'imprenditore: «Fornite ampie spiegazioni». Calderoli: «E' una persecuzione giudiziaria». Bocchino: «Metodi da criminalità organizzata»

NAPOLI - Si è concluso dopo circa sei ore il lungo interrogatorio di garanzia sostenuto da Giampaolo Tarantini davanti al gip del tribunale di Napoli Amelia Primavera. I legali dell'imprenditore - che è in carcere da tre giorni per la presunta estorsione ai danni del premier Silvio Berlusconi - hanno spiegato che il loro assistito ha fornito ai magistrati ampie spiegazioni sulla vicenda oggetto delle indagini.
Tarantini, che è difeso dagli avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli, ha risposto alle domande del gip ricalcando la linea del memoriale che aveva firmato il 31 agosto scorso e inviato alla Procura napoletana. Ha ribadito di aver preso spontaneamente soldi dal premier, parlando di un aiuto che gli sarebbe stato offerto per affrontare le difficoltà economiche in cui versava. I legali dell'imprenditore barese hanno raccontato che Valter Lavitola (destinatario di un provvedimento non ancora eseguito perché si troverebbe all'estero) avrebbe fatto credere a Tarantini, a un certo punto della vicenda, che il presidente Berlusconi lo aveva abbandonato, «per questo Giampaolo era molto amareggiato e dubitava che Berlusconi mantenesse la promessa di aiutarlo», hanno dichiarato al termine dell'interrogatorio, aggiungendo che «quei soldi non servivano per una vita sfarzosa ma a rimediare ad alcuni errori commessi».

Calderoli: «E' una persecuzione giudiziaria» - «Mi sembrano ormai storie talmente vecchie e che con i contorni che stanno assumendo in questi giorni si configurano come una persecuzione giudiziaria». E' il commento del ministro della semplificazione Roberto Calderoli alla festa della Lega Nord Torino, sull'inchiesta giudiziaria che vede coinvolto Giampaolo Tarantini per una presunta estorsione al premier Silvio Berlusconi.

Bocchino: «Metodi da criminalità organizzata» - «Sorprende che Alfano ricandidi Berlusconi alla guida del governo proprio mentre emerge che il presidente del Consiglio e Lavitola usavano metodi da criminalità organizzata sulla vicenda Tarantini. Soltanto le organizzazioni criminali, infatti, utilizzano per le loro comunicazioni utenze telefoniche intestate a ignari cittadini extracomunitari ed effettuano pagamenti di somme ingenti in contanti in violazione della normativa antiriciclaggio, definendole pertanto al telefono foto da stampare». Lo dichiara in una nota il vicepresidente di FLI, Italo Bocchino, che aggiunge: «In ogni Paese normale se il capo del governo desidera comunicare da un'utenza protetta si rivolge al capo dei servizi segreti e sarebbe bello sapere come mai Berlusconi si è rivolto a Lavitola per avere un telefono intestato ad un cittadino peruviano inconsapevole».
«Sarebbe inoltre interessante capire se questa vicenda è un'estorsione o una corruzione in atti giudiziari e se lo stesso metodo Berlusconi lo usò con Lavitola sulla vicenda Montecarlo con la complicità di un capo di Stato straniero», conclude Bocchino.