23 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Manovra economica

La manovra riparte in Senato alle 9,30, emendamenti entro giovedì

Lo ha annunciato il relatore Azzolini. Finocchiaro: «Governo irresponsabile». Dietrofront sulle pensioni, più lotta all'evasione

ROMA - Riprenderanno oggi alle 9,30 i lavori della commissione Bilancio al Senato con la discussione e il voto sul, finora, unico emendamento presentato dal governo che riguarda il riordino degli uffici giudiziari. Lo ha detto il presidente della commissione e relatore della manovra, Antonio Azzollini.

Arriveranno invece giovedì entro le 15 gli emendamenti della maggioranza alla manovra. L'annuncio, dopo i numerosi rinvii e le riunioni di palazzo, è stato dato dallo stesso Azzolini. Dopo il dietrofront sulle pensioni il governo ha annunciato che nella manovra sarà inserita la riorganizzazione degli uffici giudiziari. L'emendamento, il primo presentato dal governo, è a firma del ministro della Giustizia, Nitto Palma, ed è stato depositato in commissione Bilancio al Senato. Proprio sulla presentazione delle modifiche al testo, il presidente del Senato Renato Schifani, ha sollecitato maggioranza e governo a presentare in tempi immediati le varie proposte emendative, per consentire alla commissione Bilancio di averne piena conoscenza e tempi adeguati per il dibattito, che comunque Schifani ha confermato di voler garantire.

L'attacco dell'opposizione sull'ulteriore rinvio non si è fatto attendere: un governo «irresponsabile», che continua a «perdere tempo», cercando di «giustificare l'ingiustificabile», ha detto la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro. «Con il suo appello al rispetto dei tempi - spiega Finocchiaro - il presidente Schifani cerca di introdurre un principio di responsabilità nel comportamento irresponsabile del governo, Noi abbiamo chiesto la sospensione della commissione in attesa che ci sia finalmente rivelata la posizione finale del governo».

Intanto a poco più di 48 ore dalle correzioni alla manovra stabilite nel vertice di Arcore non è ancora chiaro quale sarà l'impianto della manovra: il governo, infatti, ha deciso di fare marcia indietro e far saltare la norma che cancellava il diritto a riscattare il periodo di laurea e quello di leva ai fini del calcolo degli anni di lavoro. La decisione di fare un passo indietro sulle pensioni è stata presa in un vertice al ministero dell'Economia tra il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e quello per la Semplificazione, Roberto Calderoli. Sulle pensioni era stata la Lega a fare muro nei giorni scorsi e lo stesso ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva chiarito che le pensioni non sarebbero state toccate. Per compensare il mancato gettito dalla previdenza la maggioranza punta sulla lotta all'evasione e dovrebbero arrivare gli appositi emendamenti con i quali l'esecutivo punta a racimolare 1,5 miliardi di euro in due anni.

Della manovra comunque non si parlerà nel Consiglio dei ministri di giovedì, ha tenuto a precisare Palazzo Chigi, dove verranno esaminati esclusivamente i decreti sulla giustizia civile. Nel frattempo anche Cisl e Uil hanno annunciato che scenderanno in piazza. Le due segreterie sindacali hanno proclamato la mobilitazione generale per i prossimi giorni, a partire dal presidio al Senato che si terrà domani. E la Cgil ha confermato lo sciopero generale.