Il caso-Penati agita il PD. Gasparri: «E' un Greganti al cubo»
Il Pd convoca la commissione di garanzia. Penati: «Disponibile a ricostruire i fatti». Bersani: «Rispettiamo la Magistratura». Idv: «Pisapia smentisca illazioni sull'Assessore Maran»
ROMA - A seguito degli sviluppi del caso Filippo Penati il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il presidente della Commissione nazionale di garanzia del Pd Luigi Berlinguer hanno ritenuto opportuno che si avvii un'azione di immediata verifica a tutela della onorabilità del partito. Lo ha reso noto un comunicato del Pd.
A questo scopo il presidente Berlinguer ha deciso di invitare Filippo Penati ad ottemperare al dovere - previsto dallo stesso codice etico del Pd - di informare tempestivamente la Commissione provinciale di garanzia di Milano sui fatti che, allo stato delle indagini, lo hanno investito.
Anche in funzione di quanto stabilito dallo statuto del partito, che affida alla Commissione nazionale di garanzia la vigilanza sulla correttezza dei comportamenti politici, il presidente Berlinguer ha convocato una riunione della Commissione stessa per il giorno 5 settembre al fine di esaminare le iniziative da porre in essere nel quadro di una concreta azione di vigilanza.
Penati al Pd: «Disponibile a ricostruire i fatti» - L'ex vice presidente della regione Lombardia, Filippo Penati, al centro di un'inchiesta per corruzione, ha informato il Partito Democratico della sua «totale disponibilità a mettere a disposizione della commissione provinciale di Milano quanto utile per la ricostruzione dei fatti che mi hanno, come è noto, investito».
Penati, si legge in una nota, sottolinea di aver anche informato il Pd di aver richiesto ai suoi legali «di essere a disposizione, tenuto conto dei vincoli processuali attualmente in essere, per fornire eventuali chiarimenti tecnico giuridici».
Oggi, a seguito degli sviluppi del caso Penati il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, e il presidente della Commissione nazionale di garanzia del Pd, Luigi Berlinguer, hanno ritenuto opportuno l'avvio di un'azione di verifica a tutela della onorabilità del partito. A questo scopo il presidente Berlinguer ha deciso di invitare Filippo Penati ad ottemperare al dovere - previsto dallo stesso codice etico del Pd - di informare tempestivamente la Commissione provinciale di garanzia di Milano sui fatti che, allo stato delle indagini, lo hanno investito.
Bersani: «Rispettiamo la Magistratura» - Anche se «c'è presunzione di innocenza» il Partito democratico ha chiesto a Filippo Penati, coinvolto nella inchiesta della Procura di Monza assieme all'ex capo di gabinetto Vimercati, di fare un passo indietro e lui «ne ha già fatti tre o quattro». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, dal Meeting di Cl a Rimini, ha chiarito: «Rispettiamo l'operato della magistratura e non mettiamo ostacoli» perché «siamo tutti uguali davanti alla legge».
«Penati - ha detto Bersani - si è sospeso, è venuto via dalle cariche istituzionali, è fuori dal gruppo del Pd e quindi adesso farà le sue scelte con i suoi avvocati. Noi teniamo fermo un principio: le accuse sono certamente gravi, noi vogliamo che si trovi verità e chiarezza. Da noi - ha aggiunto - non sentirete mai parlare di complotto. La magistratura faccia il suo dovere, per noi sono tutti uguali davanti alla giustizia, immigrati, onorevoli, amministratori».
«Chiediamo - ha continuato il segretario - anche se c'è presunzione di innocenza, che Penati faccia un passo indietro e lo ha fatto. Io sono segretario del partito e sono interessato a che non ci siano ombre in nessun modo». «Da questa vicenda dolorosa deve venire fuori una regola: si rispetta l'operato della magistratura e non si mettono ostacoli perché siamo tutti uguali davanti alla legge - ha concluso -. Chi è coinvolto in indagini come dice il nostro codice etico stringente fa un passo indietro e Penati ne ha fatti tre o quattro, questo va riconosciuto».
Gasparri: «Penati è un Greganti al cubo» - «La vicenda Penati dimostra una serie di cose. In primo luogo colpisce il fatto che nei confronti del braccio destro di Bersani alcuni magistrati muovano accuse di corruzione causando un effetto prescrizione che in altri casi avrebbe fatto gridare allo scandalo. Altri magistrati contestano la mancata accusa di concussione che avrebbe determinato ben altre conseguenze. Si conferma poi il sospetto che nel mondo del Pd sia proseguito un illecito sistema di finanziamento al partito in quanto tale, più che la corruzione dei singoli». E' quanto afferma in una nota il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri.
«La storia della sinistra è piena di vicende del genere. E non è un caso che oggi insorgano politici-giornalisti in difesa del sistema Sesto. Penati è stato il braccio destro di Bersani. E appare risibile immaginare che il segretario del Pd non conosca logiche e fatti che emergono dal caso Penati. Intrecci con imprese che passavano dai capi ds-pd e poi dai potentati locali. Per definire vicende inquietanti come quella dell'autostrada Serravalle. Bersani nasce e vive dentro vicende di questo tipo. Urli pure ma non allontana i sospetti che gravano sulla sua parte politica. Non siamo insomma di fronte a un 'mariuolo', ma davanti a un sistema, antico e mai morto. Penati è un Greganti al cubo. Avendo riunito nella sua persona funzioni di massimo livello politico con altre e meno nobili incombenze. Certamente la vicenda non finisce qui. E serve a poco tessere le lodi del modello Sesto negando l'evidenza», conclude.
Idv: «Pisapia smentisca illazioni sull'Assessore Maran» - L'Idv di Milano, da tempo in polemica con Giuliano Pisapia per l'esclusione dalle nomine fatte dalla nuova amministrazione, punta il dito il giovane assessore comunale ai Trasporti Pierfrancesco Maran. L'esponente del Pd, viene infatti definito dal partito di Di Pietro un «pupillo di Penati», l'ex capo della segreteria di Pierluigi Bersani accusato di corruzione e concussione dalla Procura di Monza.
In una lettera aperta Stefano Zamponi, commissario dell'Idv per la città di Milano, ricorda al sindaco che quando nominò i suoi assessori disse di avere preso le decisioni «in autonomia» e di essersene preso la responsabilità. «Alla luce - scrive Zamponi - delle dichiarazioni apparse oggi sul Corriere della Sera, relative all'interessamento di Penati verso il contenzioso esistente tra Atm e uno dei suoi principali accusatori, ci vuole spiegare perché ha affidato il delicato assessorato ai Trasporti, da cui dipende Atm, ad un giovane di trent'anni, laureato in scienze politiche, privo di qualsiasi esperienza nel settore?».
«I soliti maligni - rileva dell'Idv - ipotizzano che ciò sia avvenuto in quanto il prescelto sarebbe il pupillo di Penati. Le chiediamo, cortesemente, di smentire al più presto tali maliziose illazioni, illustrando pubblicamente le ragioni che l'hanno spinta a scegliere quella persona per quell'assessorato. Ci perdoni il tono ultimativo, ma noi dell'Italia dei Valori, su queste cose, siamo particolarmente suscettibili».
Enrico Letta: «Scioccante leggere le motivazioni su Penati» - «E' evidente che la lettura sui giornali delle motivazioni dei giudici» sul caso di Filippo Penati «è scioccante». Lo sostiene il vicesegretario del Pd Enrico Letta, intervistato dal Messaggero.
D'Ambrosio: «Se le accuse sono vere Penati non resti nel Pd» - «C'è la verità giudiziaria. Ma la prescrizione non cancella i fatti. Se le accuse fossero vere il Pd non potrebbe consentire a un personaggio così di restare all'interno del partito». E' il ragionamento del senatore del Pd ed ex Procuratore capo di Milano Gerardo D'Ambrosio, intervistato dal Corriere della Sera, invitando la direzione del Pd a leggere gli atti «per farsi un'idea precisa su ciò che è accaduto». «Il caso Penati - aggiunge D'Ambrosio - sarà la cartina di tornasole della nostra diversità morale e politica».
Duro anche Felice Casson, ex magistrato e oggi senatore democratico: «Il caso Penati non è isolato - dice, intervistato da Libero - purtroppo vicende simili, di corruzione nella pubblica amministrazione, sono successe anche in altre Regioni. E' evidente che c'è un problema di etica pubblica. Di fronte a questo il Pd dovrebbe riflettere e agire prima e di più».