23 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Intervista a Repubblica

Veltroni: «Il riformismo può salvare l'Italia»

L'ex Segretario dei Democratici: «Bisogna proporre al paese una autentica rivoluzione democratica»

ROMA - «Un patto nazionale per ridare al nostro paese, stanco e sfiduciato, il desiderio di ricominciare ad investire, a creare, a crescere». Nè è convinto il leader del Pd Walter Veltroni che, in una lettera al quotidiano La Repubblica, ha individuato la «necessità di proporre al paese una autentica rivoluzione democratica. Il cui primo passo è la riduzione del macigno del debito pubblico». «Il riformismo - ha spiegato - è , ai miei occhi, il bisogno assoluto di questo tempo di caos» in un momento «il mondo cambia, mutano modi di pensare e di agire, ma la politica arranca».

In questo scenario «un governo autorevole, il che esclude Berlusconi, avrebbe il dovere di proporsi di portare all'ottanta per cento il debito entro il 2020». Questo anche attraverso una patrimoniale di tre anni da parte dei più ricchi, un nuovo patto del lavoro che giustizi la precarietà e elevi la produttività, ed una riforma fiscale che contrasti l'evasione in un contesto di «pagare meno, pagare tutti». E poi «La rinuncia all'idea che lo Stato debba fare tutto e la fiducia nelle risorse sociali diffuse da attivare in un contesto di sussidiarietà, la fine della occupazione partitica della Rai e delle aziende locali, l'una affidata a meccanismi tipo Bankitalia e le altre ad un mercato regolato e orientato a valorizzare forze produttive innovative».

Altri passi decisivi sono «Il dimezzamento da subito dei parlamentari e un sistema elettorale bipolare e uninominale , lo snellimento radicale di tutta la diffusa 'professionalizzazione' della politica». Ma è lunga la lista delle priorità individuate da Veltroni, che ha chiesto: «La fine delle scandalose retribuzioni e liquidazioni di manager pubblici e privati, la lotta contro ogni forma di corruzione e contro quei poteri criminali che irrompono tra le maglie di una crisi economica forte e di uno Stato debole». Altro punto focale la giustizia, che deve essere «più rapida» e con «meno carcere». E ancora «diritto di voto agli immigrati per le amministrative, norme di sostegno al lavoro delle donne e alle politiche familiari. Scelta netta per gli Stati Uniti d'Europa e l'elezione diretta del loro Presidente , più forti politiche comuni di difesa e di bilancio, a cominciare dagli eurobond. Diritti dei gay , a cominciare dalle unioni civili, e scelta netta per le energie rinnovabili, defiscalizzazione dei contributi privati per ricerca e cultura e investimento pubblico forte e selettivo su scuola e università. E poi - ha concluso - individuazione delle dieci opere strutturali fondamentali per il paese e affidamento del potere di realizzazione a persone oneste e stimate che possano definire tempi certi e regole per la loro realizzazione».