19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Delitto di Melania Rea

La Procura chiede «accertamenti patrimoniali su Parolisi»

I Ros di Ancona in Procura per fare il punto delle indagini in vista dell'annunciato ricorso in Cassazione da parte dei legali di Parolisi

TERAMO - La Procura di Teramo si appresterebbe ad effettuare accertamenti patrimoniali su Salvatore Parolisi.
«In casi del genere è di norma effettuare accertamenti di questo genere», ha affermato un investigatore. L'ipotesi che il caporal maggiore dell'Esercito, accusato dell'omicidio volontario pluriaggravato della moglie Melania Rea, avesse potuto avere problemi economici nel caso di un divorzio dalla moglie per non abbandonare la relazione con la soldatessa Ludovica, era stata sollevata dal Tribunale del Riesame dell'Aquila nell'ordinanza che ieri ha confermato il carcere per il militare.

Vertice con i ROS di Ancona - Questa mattina, intanto, negli uffici dei due sostituti procuratori teramani titolari dell'inchiesta, Davide Rosati e Greta Aloisi, c'è stata la visita di alcuni ufficiali del Ros di Ancona. L'incontro, in base a quanto trapela, sarebbe servito per fare il punto delle indagini in vista dell'annunciato ricorso in Cassazione da parte dei legali di Parolisi dopo la decisione del Riesame e in vista della futura chiusa delle indagini. Tra le indagini che la Procura di Teramo potrebbe effettuare nei prossimi giorni anche quelle relative al traffico internet sul computer del militare.

Riesame conferma il carcere: Parolisi è pericoloso - Martedì il Tribunale del Riesame dell'Aquila ha confermato il carcere per Salvatore Parolisi, accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea: ha infatti rigettato l'istanza di scarcerazione, ritenendo sussistere i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari per cui il caporalmaggiore deve restare in carcere, bocciando quindi anche l'ipotesi di una misura cautelare diversa come i domiciliari. Per i giudici infatti sussistono elementi, desunti dalla «estrema efferatezza del reato», dal successivo depistaggio e vilipendio del cadavere, che fanno ritenere sussistere una «particolare pericolosità sociale» per cui le esigenza cautelari sono soddisfatte solo con il carcere.
In 23 pagine i tre magistrati del riesame - il presidente Giuseppe Romano Gargarella, Bianca Maria Serafini e Anna Maria Tracanna - hanno infatti confermato l'ordinanza del gip di Teramo, non accogliendo il ricorso presentato da Valter Biscotti e Nicodemo gentile, i difensori di Parolisi, e non accogliendo le argomentazioni presentate in una memoria difensiva di 158 pagine.