28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Salute | Sanità

Infermiera con Tbc al Gemelli di Roma. Polverini: «Tutto sotto controllo»

Dopo che un'infermiera di neonatologia ha scoperto la malattia controlli su mille neonati. Al momento nessun contagio tra il personale

ROMA - Mille neonati a rischio tubercolosi. L'allarme è scattato al policlinico Agostino Gemelli di Roma, dopo che un'infermiera del reparto di neonatologia ha scoperto di essersi ammalata. Per la donna, sospesa dal servizio a scopo precauzionale, è stata adottata una profilassi antitubercolotica standard. Ma la preoccupazione maggiore è ora per i piccoli nati nell'ospedale romano tra i primi di marzo e la metà di luglio.
L'assessorato alla Salute della Regione Lazio ha immediatamente attivato tutti i protocolli operativi di prevenzione sui soggetti esposti, come previsto dal dispensario funzionale per la Tbc del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl Roma E.

E' stato così attivato un ambulatorio dedicato. «In base alle indicazioni dei tecnici epidemiologi - si legge nella nota diffusa nella tarda serata di ieri dagli uffici del commissario ad acta per la sanità della Regione Lazio nonché governatrice, Renata Polverini - a scopo preventivo, circa mille bambini saranno invitati a sottoporsi al protocollo di prevenzione». I controlli sui neonati sono cominciati questa mattina.

Polverini: «Nessun allarmismo, tutto sotto controllo» - «Non bisogna creare allarmismo, non c'è assolutamente alcun allarme Tbc. La situazione è sotto controllo, i dati che abbiamo sono assolutamente confortanti». Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Renata Polverini al termine della riunione dell'unità di crisi sulla tbc convocata per oggi pomeriggio nella sede della giunta. Dopo il caso dell'infermeria del Policlinico Gemelli a cui è stata riscontrata la Tbc, nel nosocomio romano oggi sono stati sottoposti ai test diagnostici i primi 25 bambini nell'elenco dei mille nati da inizio marzo a metà luglio al Policlinico.
«Come avevamo già deciso ci siamo riuniti e abbiamo fatto il punto della situazione al termine del primo giorno di visite di bambini richiamati», e - ha aggiunto Polverini - «sui bambini visitati oggi non sono stati riscontrati sintomi clinici della Tbc».
«Il rischio di contagio - ha sottolineato Polverini - è molto basso. Il Gemelli proseguirà in questa azione e l'ambulatorio agirà per tre mesi. La sua azione potrà anche perdurare, ma credo che non ce ne sarà bisogno». I bambini richiamati sono visitati tutti al Gemelli perché «non è una situazione che richiede l'attivazione di altre strutture, ma stanno supportando la sua attività - ha spiegato il presidente della regione Lazio - anche il Bambino Gesù, lo Spallanzani, la Asl Roma E e Roma F. Al momento però si stanno recando tutti al Gemelli, perché è l'ospedale stesso che sta contattando le famiglie».

«Al momento nessun contagio da Tbc tra il personale» - Sono iniziati i controlli sul personale del reparto di neonatologia del Policlinico Gemelli di Roma e sugli oltre mille bambini nati tra marzo e luglio.
Tra i medici, infermieri e personale al momento non risulta alcun contagio. Lo comunica l'ospedale romano dopo aver sottoposto «tutti i contatti professionali dell'infermiera affetta da Tb a controlli previsti dai protocolli internazionali (intradermoreazione di Mantoux e Quantiferon)».
Anche i bimbi sono stati richiamati per motivi precauzionali per essere sottoposti a una serie di test in un ambulatorio dedicato. «I neonati potenzialmente esposti alla fonte di contagio - si legge nella nota - seguiranno uno schema di controlli e/o profilassi, modulato in funzione del periodo di esposizione, predisposto dai pediatri del Gemelli e condiviso con gli esperti dell'Asl RM E e dell'Asp - Lazio».
È stata per questo costituita una task force multidisciplinare presso il Gemelli composta da neonatologi, infettivologi pediatri e microbiologi-virologi con il coordinamento della direzione sanitaria del Policlinico universitario.
Dal policlinico, comunque, rassicurano e parlano di «bassissimo rischio di infezione». Risulta «assai ridotta l'effettiva esposizione dei neonati alla fonte di contagio - si legge, infatti, nella nota del Gemelli - in considerazione del fatto che gli ambienti in cui è avvenuta la loro esposizione prevedono un numero elevato di ricambi d'aria e sono caratterizzati da volumi ampi; in secondo luogo, la permanenza dei neonati presso il Nido centrale del Gemelli non supera di norma le 72 ore (dato che in caso di complicazioni il neonato viene trasferito in altri reparti dove non ha operato l'infermiera contagiata da TB), pertanto - conclude - l'esposizione degli stessi alla fonte, tenuto conto delle attività eseguite di routine dal personale infermieristico, è da considerarsi molto bassa».

Oltre 1000 i neonati da controllare - Sono già 15 i neonati sottoposti, da questa mattina, ai controlli per la tubercolosi «per motivi precauzionali» al Policlinico Gemelli di Roma. Tutti transitati, tra marzo e luglio, al reparto di neonatologia dell'ospedale romano dove lavorava l'infermiera malata di tubercolosi. «Entro questa sera saranno controllati altri 10 bambini - spiega Costantino Romagnoli, direttore del reparto di neonatologia del policlinico Gemelli, intervistato da TM News - Effettueremo 25 visite al giorno e i prelievi di sangue per il test biologico andranno avanti fino alla fine di ottobre».
Il professore, però, non si sbilancia su un'eventuale percentuale di contagio: «E' ancora il primo giorno - spiega - è difficile fare delle valutazioni. I bimbi che sono stati già controllati, comunque, erano tutti in ottime condizioni di salute. Tra 48, massimo 72 ore, ci saranno i primi risultati».
Oltre mille i bambini da controllare. «Il nostro intento, ora - prosegue Romagnoli - è cercare di identificare soggetti che eventualmente abbiano la malattia in fase latente, ovvero i casi in cui c'è stato il contagio ma la malattia non si è sviluppata. Insomma cerchiamo, in questo modo, di fare prevenzione».
In caso di contagio la terapia «va seguita per un paio di mesi - spiega l'esperto - Le complicanze sono sempre possibili - avverte - soprattutto in bambini particolarmente compromessi».

Migliorano le condizioni della bimba di 5 mesi - Le condizioni della bimba di 5 mesi ricoverata all'ospedale pediatrico Bambino Gesù con turbercolosi polmonare «sono buone e in costante miglioramento». Lo riferisce in una nota l'ufficio stampa dello stesso Ospedale.
«In relazione alle notizie apparse sui mezzi di informazione relative alla presenza presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di una bambina laziale di 5 mesi con tubercolosi polmonare (tbc), d'intesa con la famiglia, si evidenza - si legge in una nota - che le condizioni della piccola paziente sono buone e in costante miglioramento. Alla piccola paziente vengono somministrate con successo le terapie proprie dei protocolli internazionali per la cura della tbc».

La tubercolosi è una malattia contagiosa che uccide ancora oggi. E in Italia persiste, anche se in modo contenuto: i casi ufficiali sono circa 5mila (7,5 ogni 100 mila abitanti), ma sono sotto-notificati, tanto che gli esperti parlano di almeno 7.800 casi l'anno, di cui il 50 per cento in persone extracomunitarie che provengono perlopiù da Est Europa e Nord Africa, aree in cui la malattia è endemica.
Il contagio avviene per via respiratoria, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Per trasmettere l'infezione bastano pochissimi bacilli anche se non necessariamente tutte le persone contagiate dai batteri della Tb si ammalano subito.