26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
L'audizione del Ministro dell'Economia

Tremonti: Dobbiamo fare una manovra molto forte

Per le rendite finanziarie l'aliquota sale al 20%. La richiesta di anticipare il pareggio di bilancio è arrivata dalla UE. Bossi: «Tremonti fumoso». Amato: «Dobbiamo lavorare di più»

ROMA - «Dobbiamo fare una manovra molto forte». È quanto ha annunciato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti davanti alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali di Camera e Senato. In particolare le misure più forti, ha detto, saranno sul 2012 e il 2013.
Per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, ha spiegato il ministro, «dobbiamo fare una manovra molto forte su quest'anno, il 2012, e sull'anno successivo, il 2013. I numeri di dettaglio sono in corso di elaborazione, la scelta politica di come baricentrarsi sul 2012 e sul 2013 è ancora scelta che dobbiamo fare e la presenteremo al consiglio dei ministri. E oggi - ha aggiunto Tremonti - c'è un incontro con il capo dello Stato».

Tremonti: Necessaria modifica dell'artico 81, c'è vincolo europeo - La modifica dell'articolo 81 della Costituzione per l'introduzione del vincolo obbligatorio del pareggio di bilancio è «necessaria». «E' evidente che dobbiamo cambiarlo - ha affermato - esiste un vincolo in tutta Europa».
«L'articolo 81 - ha spiegato - non costituisce un caso di successo, siamo arrivati a fare il terzo-quarto debito pubblico del mondo, un record che viene avvicinato da altri paesi.
Tuttavia la nostra è posizione oggettivamente straordinaria in rapporto al Pil».
«Credo ci sia la base per fare in fretta un lavoro importante». Tremonti ha tuttavia sottolineato che «c'è il vincolo dei tre mesi fra le due letture», un vincolo previsto dalla Costituzione», quindi, ha aggiunto, «già il primo voto sarebbe un passaggio di grande rilievo».

Tremonti: Il Governo non vuole tagliare gli stipendi pubblici - Il governo non intende tagliare gli stipendi pubblici. Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in un'audizione alla Camera. «Non abbiamo intenzione di ridurre gli stipendi pubblici», ha detto Tremonti, spiegando che l'ipotesi di intervenire sulle retribuzioni degli statali è soltanto una delle indicazioni della Bce, che l'esecutivo però non condivide.

Capitolo pensioni - Tra le misure sollecitate dalla Bce nella lettera al governo ci sono anche le pensioni d'anzianità e l'innalzamento dell'età di pensionamento delle donne nel settore privato. Il ministro ha elencato tutte le misure chieste da Francoforte ma ha precisato che il governo non ha preso ancora nessuna decisione in merito.

Per le rendite finanziarie l'aliquota sale al 20% - Dal lato delle entrate nel decreto che il governo varerà la prossima settimana possono essere previsti dei «contributi di solidarietà». L'aliquota sulle rendite finanziarie potrebbe essere aumentata dal 12,5% al 20%. L'incremento progettato dal governo, ha spiegato, toccherà i titoli finanziari e non i titoli di Stato.
La materia delle rendite finanziarie, ha sottolineato Tremonti, «è già abbastanza definita nelle scelte generali di politica fiscale». C'è nella delega fiscale ma «non abbiamo nulla in contrario a un intervento diretto che potrebbe essere: A, fermi i titoli di Stato o equiparati; B, la riduzione dei depositi bancari e postali dal 27% al 20%; C, l'elevazione di tutti i titoli finanziari, esclusi i titoli di Stato, dal 12,5% al 20%».

La richiesta di anticipare il pareggio di bilancio al 2013 dal 2014 è arrivata dalla UE e ha trovato riscontro nella lettera «confidenziale» della Bce all'Italia.
«L'indicazione che viene dalle sedi europee per l'anticipo della manovra dal 2014 al 2013 è un'indicazione - ha spiegato - che trova riscontro in una lettera, marcata come strettamente confidenziale dagli autori» della Bce. Sulla lettera, ha chiarito il ministro, «tuttavia ci sono riscontri oltre che di stampa, in tanti sedi».
Inoltre, il titolare di via Venti Settembre ha sottolineato come sia stata «importante la discussione fra il governo italiano la cancelleria tedesca e il governo francese», confronto concluso con un comunicato congiunto «dove viene apprezzato l'anticipo del pareggio bilancio».

Tra le ipotesi spunta l'eurotassa per redditi alti - Tra le ipotesi allo studio del governo per il decreto anticrisi che sarà approvato al prossimo Copnsiglio dei ministri, spunta anche l'eurotassa. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, tra cui la Repubblica e La Stampa, l'esecutivo starebbe valutando l'introduzione di una tassa sui redditi medio alti, una sorta di contributo di solidarietà per i redditi al di sopra dei 60-100mila euro.
Una imposta analoga fu introdotta nel 1996, dall'allora governo Prodi che la adottò per entrare nell'euro.

Tremonti a Casini: Leggerò sui giornali il suo intervento - «Casini ha fatto un intervento anche abbastanza ironico e non me ne vorrà se userò pari ironia: domani leggerò sui giornali più dettagli rispetto al suo intervento». Ad affermarlo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti in audizione alla Camera rispondendo al leader dell'Udc che aveva detto di aver trovato più chiaro quanto scritto sui giornali rispetto all'intervento del ministro.

Casini commenta il Ministro: «Questo è scemo da ricoverare» - «Questo è scemo da ricoverare...». Con queste parole il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, si è rivolto ad un collega parlamentare mentre lasciava la Sala del Mappamondo dove il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, stava concludendo la sua audizione. Pur non fermandosi a parlare con i cronisti, la frase del parlamentare è stata sentita in maniera chiara.

Bossi: Tremonti «fumoso» - Il leader della Lega, Umberto Bossi, ha giudicato «fumoso» l'intervento del ministro dell'Economia Giulio Tremonti davanti alle commissioni congiunte di Senato e Camera.
«Mi è sembrato fumoso - ha detto lasciando la Sala del Mappamondo a Montecitorio - Il problema è che o tagli le pensioni o tagli i patrimoni. Dunque o i poveri o i ricchi».

Cicchitto: Draghi sta dando un contributo positivo - «Francamente credo che Draghi stia dando un contributo positivo alla tenuta del nostro sistema economico rispetto alla gravissima crisi finanziaria internazionale che è in atto». Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.
Poco prima Umberto Bossi aveva criticato il ruolo di Mario Draghi, successore designato di Jean Claude Trichet alla Bce.
«L'esposizione di Tremonti tiene conto che l'Italia non è un'isola nè felice nè infelice in un mondo stabile ma che siamo tutti in una situazione di movimento».
«Noi - ha aggiunto - utilizziamo il sostegno della Bce a condizione che rendiamo più incisiva la manovra: questo è il senso su cui misurare tutto, lo dico anche a Casini e Bersani, perchè - ha concluso Cicchitto - se rompiamo con l'Europa, l'Italia è a rischio».

Bersani: Per una risposta all'emergenza servirebbe un nuovo Governo - Per dare una risposta all'emergenza economica bisognerebbe cambiare Governo: lo ha ribadito il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervenendo alla seduta congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato dopo la relazione del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
«Noi - ha affermato Bersani - non dovevamo arrivare qui, non c'era nessuna ragione perché l'Italia fosse, nella bufera mondiale, la più esposta. Avevamo un avanzo primario, un deficit sotto controllo e un'economia che doveva essere rianimata con un po' di crescita».
«Secondo, e questo che dico non toglie nulla al nostro senso di responsabilità e al contributo che daremo, noi pensiamo - ha aggiunto il leader Pd - che la situazione politica italiana sia nel cuore di questa crisi e non ne possa essere separata. Come mai in Portogallo in Irlanda in Grecia, adesso in Spagna, a loro modo si è cambiato un Governo?».

Di Pietro: Passerelle non servono, diteci cosa volete fare - Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, è tornato ad attaccare il governo sulla gestione del difficile momento per l'economia italiana: «Diteci cosa volete fare di concreto, queste passerelle non servono a niente. Affronteremo senza preconcetti quello che ci direte, ma se non sapete cosa fare lasciate fare a noi che sappiamo fare le cose meglio».

Rutelli: «Da Tremonti proposte generiche» - «Le opposizioni non vogliono giocare allo sfascio ma collaborare realmente in questo momento drammatico». Lo ha detto il leader di Alleanza per l'Italia (Api) Francesco Rutelli nell'audizione sulla crisi del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
«Abbiamo avanzato anche stamattina una serie di proposte dalle quale si può raccogliere una indicazione importante di cambio di rotta», ha detto Rutelli. «Ma continuare sulla strada di prima non porta da nessuna parte. Tremonti ha tracciato linee molto, molto generali, se non generiche. Vedremo come si tradurranno. Ma il Governo - ha detto Rutelli - soffre della sindrome della salamandra, ha il suo stesso dinamismo, sta fermo accanto al fiume in attesa di vedere che succede. Ma il Governo deve ammettere di aver cambiato strada se vuole che l'opposizione responsabile collabori per il bene del paese. Se continuate sulla strada della salamandra - ha concluso Rutelli - prenderete il sole ma rimarrete bruciati come tutti gli italiani».

Cgil: «No ai tagli e ticket, la salute non si tocca» - «Basta ticket e basta tagli: il diritto alla salute non è una merce da tassare». E' quanto affermano in una nota il responsabile del dipartimento Welfare della Cgil nazionale, Sandro Del Fattore, e il segretario nazionale della Fp Cgil, Cecilia Taranto, nel sostenere che: «l'idea di tassare la malattia, attraverso l'introduzione di un ticket sui ricoveri ospedalieri è semplicemente odiosa, priva di un benchè minimo senso di giustizia sociale».
Secondo i due sindacalisti «dalla insostenibile oppressione fiscale alle addizionali regionali e comunali, dai ticket sulla diagnostica e sui codici bianchi all'idea di introdurre quelli per il ricovero ospedaliero, il percorso di un cittadino per una risposta ai sui bisogni di salute è ormai una lunga sequela di balzelli e tassazioni».
Le manovre passate e i probabili prossimi interventi sono per Del Fattore e Taranto «devastanti e definiscono una linea di orientamento ormai chiara: la privatizzazione del Servizio sanitario nazionale e la sua cessione al sistema assicurativo».
La Cgil dice quindi «no e se le indiscrezioni di queste ore dovessero trovare conferma, costruirà le condizioni per una mobilitazione durissima, in un rapporto strettissimo con le cittadine e i cittadini. Gli stessi ai quali oggi - concludono Del Fattore e Taranto - il Governo dice 'se non avete soldi per pagare i ticket non ammalatevi».

Amato: «Dobbiamo lavorare di più» - «Pier Luigi Bersani e l'opposizione fanno la loro parte a chiedere le dimissioni del governo ma si deve confidare nell'esistente quando si è in una buriana simile che non consente intertempi». L'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato risponde così, in una conversazione con l'Espresso in edicola domani, alla domanda se non sarebbe auspicabile in questa fase un ricambio al governo.
«Io penso - dice Amato - che abbiamo un potenziale non utilizzato molto forte. Lavoriamo meno di quanto potremmo. Se riusciamo a guardarci in faccia, e a dire: 'Facciamo tutto quello che siamo capaci di vendere', perbacco, sì che ce la facciamo a uscire da questo stallo. Se poi non bastasseà». Secondo l'ex-presidente del Consiglio un rimedio ci sarebbe: «Io non ho lo spirito di Dracula, tuttavia rilevo che l'Italia produce il 3 per cento del Pil mondiale ma ha il 5,7 per cento della ricchezza mondiale.
Rilevo anche che più del 40 per cento di quella ricchezza è appannaggio del 10 per cento dei cittadini più ricchi». Un modo un po' complicato per dire che si può attingere dal patrimonio dei contribuenti più abbienti per ridurre il debito pubblico.
Amato non dà grande rilievo alla questione del commissariamento del governo: «Diffido degli argomenti nazionalisti. Facciamo parte dell'Eurozona? Ci lamentiamo perché ci pesa troppo o non ci pesa abbastanza addosso? Non è possibile che chi emette titoli utilizzando una valuta comune (come l'Italia con l'euro, ndr) sia lasciato solo, senza che le autorità che governano quella valuta attestino qualcosa, la loro presenza se non altro. Se vogliamo mantenere l'euro non possiamo lasciare un Paese a se stesso. La valuta comune presuppone certi standard. Direi che la condizionalità è naturale per restare insieme».
Quindi, è giusto e doveroso intervenire a sostegno del Paese in difficoltà, ma è altrettanto giustificato, da parte dell'Europa, pretendere il rispetto di determinate condizioni. «Forse - aggiunge Amato - sarebbe stato meglio se domenica 7 agosto, anziché diramare un comunicato firmato dalla Merkel e da Sarkozy, si fosse riunito l'Eurogruppo e avesse affidato al ministro italiano, una volta tornato in patria, l'annuncio dell'esito della riunione. Ma quella attuale è una fase incerta».

Formigoni: «Ok all'anticipo della manovra, ma il Governo ci convochi» - «La Lombardia è disponibile ad anticipare la manovra, ma a patto di ragionare insieme con il Governo anche nell'obiettivo di renderla più equa. E sono convinto che anche tutti gli altri presidenti di Regione la pensino come me». E' quanto dichiara il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.
«E' dunque necessario - prosegue Formigoni - che il Governo apra a un confronto con noi. Ci presenteremo disponibili a ragionare sull'anticipazione della manovra, ricordando però che già l'anno scorso le Regioni avevano subito tagli più pesanti di tutti gli altri comparti dello Stato e che quest'anno, con la manovra di luglio, alle Regioni sono stati imposti, senza alcun incontro né confronto, il 50% dei tagli complessivi, pur essendo solo del 16% l'incidenza nella spesa pubblica delle Regioni stesse».

Alemanno: «Con i nuovi tagli ai Comuni si fa pagare ai più poveri» - Tagliare ancora ai Comuni significa «far pagare la crisi ai più poveri». Questo «non è possibile», bisogna trovare «misure alternative». E' l'avvertimento che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, manda al governo in vista dell'incontro di domani con gli enti locali sulle misure anti-crisi. «I tagli ai costi della politica - suggerisce - vanno concentrati su Enti e Istituzioni che non hanno funzioni primarie, a cominciare dalle Province che possono e debbono essere sostituite da unioni di Comuni a costo zero».
«Dall'intervento di oggi del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, è difficile - afferma Alemanno - comprendere esattamente i contenuti di questa manovra finanziaria. In vista della riunione dell'Anci di domani, va, però, fatta una precisazione: l'esperienza ci insegna che, quando mancano strumenti precisi per raggiungere gli obiettivi di bilancio, si ricorre ai tagli lineari e che la prima vittima di questi tagli sono i Comuni. Ebbene, avvertiamo il Governo che non è ipotizzabile insistere su questa linea dopo aver previsto due miliardi e mezzo di tagli per il 2011 e il 2012 e tre miliardi di tagli dal 2013 in poi. Tagliare ulteriormente sui Comuni significa tagliare servizi sociali essenziali e servizi pubblici primari. In altri termini, tagliare ancora ai Comuni è far pagare la crisi ai più poveri».
«Questo - avverte Alemanno - non è possibile e, quindi, il Governo deve sforzarsi di trovare delle misure alternative che abbiano un carattere di equità e di sostenibilità sociale».

Bonino: «Servono gli Stati Uniti d'Europa» - «Non credo affatto che sia dato di umiliante commissariamento». Così la leader radicale Emma Bonino (Pd) nel corso dell'audizione del ministro dell'Economia Giulio Tremonti sulla crisi economica. In merito agli interventi di Bce, Germania e Francia sulle misure anti-crisi che l'Italia deve adottare, Bonino ha affermato: «Credo che, violando anche un tabù tra di noi, dobbiamo avere il coraggio di usare questa debolezza, che non è solo nostra ma greca, portoghese, francese e prima o poi anche tedesca, per ripartire dagli Stati Uniti d'Europa. Una struttura federalista di pochissimi settori e grandissima sussidiarietà. L'Italia deve trovare la forza di proporlo al prossimo vertice europeo».

Bossi: «L'eurotassa non ci sarà. Taglio pensioni? Non lo so» - «Macchè eurotassa, penso di no». Così il ministro per le Riforme, Umberto Bossi, ha escluso una delle ipotesi circolata nelle ultime ore tra le misure anti crisi allo studio del governo. Anche sull'ipotesi di operare tagli alle pensioni, il leader leghista risponde ai giornalisti che lo interpellano prima di entrare a Montecitorio: «Non lo so».
«Se l'Europa compra i titoli non è che ci salva. Io - ha aggiunto il leader leghista - non sono un europeista convinto, ma può darsi...».