18 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Oggi l'ok del Senato

La norma sui rimpatri degli immigrati è legge

Espulsione immediata dei soggetti «pericolosi». Fino a 18 mesi nei CIE

ROMA - La norma sui rimpatri degli immigrati è legge. Il Senato ha approvato il decreto Maroni di recepimento delle direttive europee sulla libera circolazione dei cittadini e sul rimpatrio degli immigrati irregolari con 151 voti a favore, 129 contrari e nessun astenuto.
Il provvedimento, approvato dalla Camera dei deputati lo scorso 14 luglio, è passato senza modifiche e viene perciò convertito in legge. Hanno votato a favore del decreto, che sarebbe altrimenti scaduto il prossimo 22 agosto, Pdl, Lega, Coesione nazionale. Hanno votato contro Pd, Idv, Udc, APi.

Il provvedimento più significativo sul piano simbolico tra quelli contenuti nel decreto Maroni n. 89 del 23 giugno 2011, convertito ieri definitivamente in legge dall'aula del Senato, è il prolungamento da sei a diciotto mesi del trattenimento degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione.

Una norma molto contestata dalle opposizioni: nella pregiudiziale di incostituzionalità presentata dall'Udc e bocciata ieri dall'aula di palazzo Madama si faceva rilevare l'incongruenza del rapporto fra gli immigrati che non hanno commesso reati ma che possono essere trattenuti per un anno e mezzo nei Cie, e il limite massimo di un anno previsto dall'ordinamento per la custodia cautelare anche per reati gravissimi come l'omicidio, la violenza sessuale, e quelli connessi alle organizzazioni mafiose.

Il provvedimento viene adottato per dare attuazione delle direttive europee in materia di «libera circolazione dei cittadini comunitari e di rimpatrio dei cittadini di paesi terzi irregolari». Il decreto convertito ieri introduce il permesso di soggiorno per motivi umanitari e anche il 'rimpatrio volontario assistito' che potrebbe sostituire, in alcuni casi, il rimpatrio coatto degli immigrati clandestini. In questo caso l'immigrato può ottenere dal prefetto un termine da 7 a 30 giorni per il ritorno in patria. Espulsione immediata con provvedimento delle autorità di polizia, invece, per gli stranieri considerati pericolosi per ragioni di ordine pubblico, per la sicurezza nazionale o per il rischio di fuga.