29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
I No Tav in Valsusa

In migliaia alla marcia pacifica No Tav, ma il presidio continua

Tutto è andato liscio, neanche un insulto all'indirizzo delle Forze dell'Ordine. Perino: «Il copione lo decidiamo noi»

CHIOMONTE - Quindici o forse ventimila, per gli organizzatori, 4 mila per la Questura. Solito balletto di cifre per la marcia No Tav di oggi pomeriggio che si è snodata nei boschi tra Giaglione e Chiomonte, attorno al cantiere Tav della Maddalena. Ma oggi quel che conta non sono le cifre. Dopo settimane di disordini, scaramucce e tafferugli vari tra l'ala più estremista del movimento e le forze dell'ordine a presidio del cantiere Tav, tutto è andato liscio, neanche un insulto all'indirizzo delle forze dell'ordine.
Tra gli amministratori della Valle, i manifestanti si contano sulle dita di una mano e non sfoderano la fascia tricolore. In marcia verso Chiomonte c'erano Nilo Durbiano, sindaco di Venaus, Loredana Bellone, sindaco di San Didero e il sindaco di Vaie, Lionello Gioberto.

Davanti alla recinzione dalla parte di Giaglione i No Tav, in maggioranza anziani e famiglie, hanno sfilato in religioso silenzio e c'è perfino chi ha apposto fiori sulla rete. Gongola Alberto Perino, leader storico del movimento: «E' stata una grande giornata. Abbiamo dimostrato che siamo noi del movimento a scegliere i tempi e i modi. Il copione lo decidiamo noi».

Intanto al campeggio No Tav, che oggi si conclude, non c'è aria di smobilitazione. All'interno tra le tende, sono diverse le voci che fanno intendere che l'impegno a manifestare pacificamente era per la marcia tra Giaglione e Chiomonte di oggi pomeriggio. Luigi Casel, uno degli animatori del movimento, appartenente alle liste civiche, spiega che stanno trattando per chiedere che venga ridotta l'area presidiata dalle forze dell'ordine, in modo da consentire l'accesso ai coltivatori delle vigne. E promette diverse iniziative No Tav anche in agosto, nel presidio che prenderà il posto del campeggio No Tav.

Lo stesso Perino ha poi dichiarato: «Certo il campeggio con oggi chiude, ma il presidio in questa zona rimane e la gente credo che verrà ancora». Insomma cambiano i nomi, ma resta da capire quanto cambierà la sostanza. Anzi i No Tav, sempre secondo Casel, hanno in animo di allestire un secondo presidio nella zona della baita sotto il viadotto Clarea. Intanto il 3 agosto si riunisce il Cipe per deliberare il progetto preliminare per la Torino-Lione. Insomma i No Tav non hanno in animo di chiudere per ferie.