«Avvenire»: Non piantare bandiere nel cuore delle Istituzioni
Il giornale dei Vescovi: «Sbrego alla Costituzione, bene Napolitano»
ROMA - «Non si dovrebbe mai giocare a piantar 'bandiere' nel cuore delle istituzioni»: il quotidiano dei vescovi Avvenire affida ad un corsivo del direttore in prima pagina la bocciatura dell'idea leghista di trasferire alcuni ministeri al Nord.
«E' anche necessario sottolineare - scrive Marco Tarquinio - che, in tempi che richiedono da tutti consapevolezza e sacrifici, non ci si dovrebbe permettere il lusso di sperperare un solo centesimo in più del già (bene o male) speso e anche la minima energia per bracci di ferro incomprensibili e inutili agli occhi dell'opinione pubblica».
«Nessuno, né a Nord né a Sua, chiede ministeri sotto casa, ci basterebbe un governo centrale che funziona», scrive il giornale Cei, «e soprattutto ci basta che funzionino le cosiddette istituzioni di prossimità (in primo luogo i Comuni). Alzi, poi, la mano quel militante leghista che pensa davvero che l'installazione in Brianza di una qualche sede del dicastero della Semplificazione o - pensate un po' - del Turismo cambierà la vita al cittadino di Tarvisio o di Rovigo, di Cuneo o anche solo di Biassono. Alzeremmo invece in molti la mano, in ogni parte d'Italia, se ci si chiedesse se siamo stufi di dover assistere a Roma come a Monza a unghiate premeditate alla trama delle regole fondamentali e a piccole parate insensate, destinate solo ad alimentare propaganda e a creare forse un 'precedente' se - caso mai - non ci si dovesse curare dello sbrego più o meno grosso fatto alla Costituzione. Meno male che al Quirinale c'è chi se ne cura. E meno male che a Palazzo Chigi si sia capito, e risposto a dovere. Questo caso - conclude Tarquinio - è da chiudere, semplicemente e subito».
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