18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Inchiesta P4

Il link Papa-Tedesco imbarazza il Pd. Bersani: Noi per l'arresto

La richiesta di Latorre non piace a molti nel partito, ed è il voto segreto la trappola che può incastrare Pier Luigi Bersani

ROMA - Al Senato assicurano che la richiesta di contemporaneità tra il voto sulla richiesta di arresto per Alfonso Papa e quello sui domiciliari per Alberto Tedesco è stata fatta proprio per troncare sul nascere qualsiasi sospetto di «accordi segreti» Pd-Pdl, ma la verità è che la vicenda sta facendo fibrillare i democratici ed è il voto segreto la trappola che può incastrare Pier Luigi Bersani. Il segretario oggi pomeriggio ha speso parecchio del suo tempo a cercare di sbrogliare la matassa e alla fine ha scelto di affidare alle agenzie una dichiarazione in chi chiede l'arresto per entrambi i parlamentari e il voto palese. Una presa di posizione che non basta a placare l'imbarazzo e i malumori.

Il timore che circola tra i democratici, soprattutto quelli di estrazione ex Margherita, è che alla fine passi il messaggio dello 'scambio dei prigionieri': «La Lega - diceva oggi pomeriggio un autorevole esponente del partito - nel segreto dell'urna voterebbe contro l'arresto di Papa. Ma farebbero passare la voce che sono stati alcuni dei nostri a fare scudo al deputato Pdl». Una voce che diventerebbe difficile da contrastare se anche Tedesco, al Senato, dovesse spuntarla.

Non a caso, infatti, raccontano che il vice-segretario Enrico Letta, per esempio si sia molto arrabbiato, quando ha saputo che il partito al Senato aveva chiesto la contemporaneità del voto. E Dario Ginefra, ex Ppi, ha definito «un errore» la richiesta avanzata da Nicola Latorre in conferenza dei capigruppo a palazzo Madama.

Al Senato, d'altro canto, assicurano che la decisione è stata presa informando Berasani e la capogruppo Anna Finocchiaro ha voluto dare copertura alla decisione di Latorre: «Ci sembra il modo più trasparente - ha detto la Finocchiaro - per affrontare un passaggio delicato e per evitare qualsiasi strumentalizzazione. Domani proporrò al mio gruppo di dire sì, nell'aula di Palazzo Madama, all'autorizzazione a procedere agli arresti domiciliari del senatore Alberto Tedesco. E' ovvio che ci opporremo a qualsiasi richiesta di voto segreto perchè tutto avvenga pubblicamente e venga fugato ogni dubbio su possibili 'inciuci'».

Esattamente la linea che lo stesso Bersani aveva indicato poco prima, dopo aver fatto il punto alla Camera con Dario Franceschini e Letta: «Domani c'è anche l'appuntamento per l'autorizzazione all'arresto. Noi ci opporremo, sia qui che al Senato, a chiunque chieda il voto segreto: noi non lo chiediamo e ci opponiamo a chiunque, alla Camera e al Senato, chieda il voto segreto. E siamo per dare l'autorizzazione all'arresto sia alla Camera che al Senato». Il problema, appunto, è che il voto segreto rischia di sollevare i veleni: se entrambi i parlamentari verranno 'salvati' col voto segreto, Bersani dovrà faticare per contrastare il messaggio dello 'scambio dei prigionieri' che il centrodestra ha già cominciato a far circolare.