19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Manovra finanziaria

Dalle opposizioni ok a iter-lampo, Pd: Ma dopo il Governo vada via

Ascoltato appello del Colle. Il Ministro Tremonti grato accoglie alcune modifiche

ROMA - Le opposizioni confermano la linea della «responsabilità» chiesta da Napolitano sull'approvazione della manovra dando il via libera ad un esame lampo sia al Senato che alla Camera dove il testo, che serve a garantire il pareggio di bilancio entro il 2014, verrà licenziato entro venerdì. Ma resta il voto contrario e soprattutto la richiesta, ripetuta a più riprese dal Pd, di dimissioni del governo.

Giornata di incontri e riunioni oggi a Palazzo Madama e a Montecitorio per fissare i tempi dell'iter parlamentare della manovra. Questa mattina la conferenza dei capigruppo del Senato ha stabilito, all'unanimità, l'approvazione entro giovedì e da Pd-Idv e Terzo polo, che ieri hanno deciso ieri di tenere una linea comune, è arrivata anche la richiesta di licenziare la manovra entro questa settimana anche alla Camera in modo da rassicurare i mercati prima della riapertura di lunedì prossimo. Proposta accolta e rilanciata a Montecitorio dove domani si riunirà una conferenza dei capigruppo per fissare i tempi e concludere il tutto entro venerdì. Il Pd, che ha fatto proprio l'appello del capo dello Stato ad un atteggiamento di responsabilità e coesione nazionale, ha quindi illustrato le proposte di modifica decise insieme alle altre opposizioni, che in serata ha sottoposto al ministro dell'Economia.

L'incontro tra i rappresentanti delle opposizioni e Giulio Tremonti a palazzo Madama ha quindi suggellato l'intesa, con da una parte il titolare di via XX settembre che ha ringraziato Pd, Idv e Terzo polo per l'atteggiamento tenuto e dall'altra le opposizioni che hanno potuto esprimere soddisfazione perchè con l'ok ad alcune loro modifiche la manovra sarà «meno ingiusta». Raccontano di un Tremonti «molto corretto» nel modo di porsi nei confronti dell'opposizione, e per nulla arrogante, quindi «inedito», «ha capito - riferisce un parlamentare presente alla riunione - che stava ottenendo molto dall'opposizione. Ma gli abbiamo anche fatto capire che eravamo lì perchè ce lo chiedeva il Quirinale e per spirito istituzionale ma che l'ok a una manovra in cinque giorni non si potrà ripetere».

Bersani: «Berlusconi non è un elemento di fiducia» - La linea della responsabilità chiesta dal Colle infatti non può far dimenticare che la debolezza dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi richiederebbe un altro governo perchè, come ha spiegato il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, «noi facciamo la nostra parte ma Berlusconi non è un elemento di fiducia nè per l'Italia nè per il contesto internazionale». I problemi infatti, spiegano nel Pd, non scompariranno perchè la manovra è insufficiente e se ci sarà un'altra situazione critica il governo se ne dovrà andare. Tutti i dirigenti del Pd oggi hanno tenuto a ribadire che «il giorno dopo il varo della manovra vorremmo che il governo si dimettesse». Hanno ripreso a circolare in queste ore anche voci di possibili governi tecnici o di transizione, ma probabilmente si tratta più che altro di auspici, segnali reali in questo senso dalla maggioranza al momento non se ne vedono. E gli occhi sono come sempre puntati sulla Lega.