12 ottobre 2025
Aggiornato 10:00
Settimana nera per il Ministro

Voci di dimissioni di Tremonti, poi la tregua imposta dai mercati

Con Berlusconi colloquio teso. C'è ipotesi abbandono dopo la manovra

ROMA - Le voci sono iniziate già giovedì notte e si sono rincorse per tutta la giornata successiva. Poi una nota del Ministero dell'Economia ha chiarito che martedì prossimo Giulio Tremonti coordinerà la riunione dei ministri delle Finanze del Ppe. Ma sono in tanti, nel governo, a raccontare che a palazzo Chigi il superministro dell'Economia era entrato con la determinazione di lasciare, ieri sera o al massimo oggi. Alla fine, è prevalsa la decisione di mandare un messaggio ai mercati: Tremonti resterà alla guida di via XX settembre, anche se - spiega una fonte autorevole - «approvata la manovra sarà libero di prendere la decisione che ritiene più opportuna».

Rischi speculativi - Stavolta a stoppare il passo indietro del ministro, raccontano fonti di governo, è stato proprio il suo «rivale» Silvio Berlusconi, spalleggiato da Letta e con l'avallo del Colle: troppo forte la pressione della speculazione sull'Italia, con la Borsa che crolla e lo spread con il bund che sale a livelli pre-euro, e troppo alto il rischio di far saltare il banco. E infatti il Capo dello Stato già ieri metteva in guardia sulla necessità che la stabilità dei conti sia obiettivo condiviso. E anche oggi dal Colle confermano che la vigilanza e l'attenzione sulla solidità del bilancio sono continue.

Il colloquio a palazzo Chigi viene descritto come «molto teso», iniziato in un clima pesante e conclusosi senza miglioramenti. Ma l'esito sembrava già scritto, obbligato dalla situazione finanziaria: mentre l'incontro era ancora in corso, dal Pdl assicuravano che al termine si sarebbe garantita la tenuta dell'esecutivo, con un unico obiettivo: l'approvazione della manovra entro l'estate, il pareggio di bilancio entro il 2014. Esattamente i contenuti della nota rilasciata da palazzo Chigi a mercati ancora aperti. Una tregua obbligata, spiegano fonti di maggioranza, l'unica possibilità per evitare l'assalto della speculazione. Ma una tregua che non ricompone il rapporto tra il premier e il ministro, ormai pubblicamente lacerato. E anche dalla Lega l'ipotesi di dimissioni future del ministro viene ritenuta possibile, e nel Pdl gli avversari del superministro sono tanti.

Del resto fonti vicine a Tremonti lo descrivono molto provato, in partenza per Pavia - dopo aver passato la notte ospite di amici e non a Campo Marzio - per un weekend in cui proverà a dimenticare la settimana nera che ha visto in fila lo scontro pubblico con Berlusconi, il video in cui dà del cretino a Brunetta, e la richiesta d'arresto dell'ex collaboratore Marco Milanese. Poi forse già lunedì a Roma per l'entrata nel vivo del percorso parlamentare della manovra, e martedì sicuramente a Bruxelles per la riunione dei ministri delle Finanze popolari, ancora da Ministro dell'Economia.