29 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Consiglio europeo a Bruxelles

Berlusconi chiude la pratica BCE ma convoca vertice su manovra

Si cerca un ruolo per Bini Smaghi e una soluzione per il dopo-Draghi. Ira del Premier sulle intercettazioni

BRUXELLES - «Anche io trasgredisco...». Silvio Berlusconi lo ammette candidamente in pubblico. La frase però non è premessa di rivelazioni. Il fatto è che il presidente del Consiglio, appena qualche secondo prima, incontrando i giornalisti al termine del Consiglio europeo che ha ufficializzato la nomina di Mario Draghi alla direzione della Bce, aveva chiesto di fare domande «in argomento» ed evitare quelle su questioni «casalinghe».

IRA INTERCETTAZIONI - Finisce però che il Cavaliere si autosmentisce quando viene sollecitato sul tema della pubblicazione delle intercettazioni tra esponenti della maggioranza e Bisignani. Qualche effetto il training autogeno del suo staff lo sortisce comunque, perchè di fatto Berlusconi si limita al «minimo sindacale» ribadendo più o meno ciò che ripete sempre. Ossia che la situazione italiana «non è da Paese civile», che «non è vita» se non si può più nemmeno telefonare in pace senza che sui media vengano spiattellate conversazioni che «non hanno nessun valore penale». Il presidente del Consiglio si ferma qui e non va oltre, mentre in Italia i suoi ministri annunciano strette da varare entro l'estate.

NOMINA BCE - D'altra parte c'è una ragione se Silvio Berlusconi torna a convocare, per la prima volta dopo due anni, una conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. E l'obiettivo è quello di «intestare» anche alle capacità del governo, e non solo al prestigio personale di Mario Draghi, la nomina dell'attuale numero uno di via Nazionale alla guida dell'Istituto di Francoforte. «E' stato premiato - spiega il premier - il nostro lavoro e impegno, e ancora una volta si sottolinea il ruolo che abbiamo nell'ambito del Consiglio dei capi di Stato e di governo». Dietro questa soddisfazione e quello che definisce il «compiacimento» di Napolitano, il premier cerca di celare le tensioni con la Francia, che hanno fatto slittare la nomina a questa mattina. Fino a quando cioè il governo non ha trovato il modo di sciogliere il nodo della presenza di un altro italiano, Lorenzo Bini Smaghi, nel board dell'Eurotower. La svolta è arrivata con una telefonata in cui lo stesso Bini Smaghi ha annunciato direttamente al presidente francese Sarkozy che avrebbe lasciato il suo posto «entro l'anno».

DOPO-DRAGHI - Quanto si sia dovuto «sbilanciare» il governo nei confronti del banchiere fiorentino per aiutarlo a decidere, è ancora da chiarire. Berlusconi ammette che il suo prossimo incarico è ancora in via di definizione, ma poi, rispondendo a una precisa domanda, spiega che Bini Smaghi avrebbe pure le caratteristiche per assumere la guida di Bankitalia. In realtà il Cavaliere fa anche intendere che la partita si gioca a due e che i nomi sono ancora quelli di Vittorio Grilli e Fabrizio Saccomanni. Una decisione, comunque, sarà presa entro la prossima settimana quando il governo sottoporrà la sua proposta di nomina al presidente della Repubblica.

MANOVRA E CONTI - Ma in questo Consiglio europeo Berlusconi è venuto anche a confermare ai colleghi europei l'intenzione dell'Italia di attuare il piano di rientro dal deficit entro il 2014. E guai a chi gli dice che il nostro Paese potrebbe essere il prossimo a fare la fine della Grecia. Il premier sostiene che il sistema bancario italiano è solido e che non c'è nessun timore per gli stress test decisi da Moody's.
Il fatto è che però, a pochi giorni dal varo della manovra, il presidente del Consiglio non è ancora in grado di fornire cifre se non confermare che «non sarà elevata». E questo perché la pratica è in mano al Tesoro e infatti tra i ministri è ripartita l'agitazione per i tagli che Giulio Tremonti gli sottoporrà. Ma c'è anche da tenere presente l'invito del Colle a tenere dritta la barra del rigore. Lo stesso Berlusconi è costretto ad ammettere che il provvedimento dovrà slittare di qualche giorno e, se tutto andrà bene, riuscirà ad approdare in Consiglio dei ministri giovedì prossimo. Non prima però che la manovra sia stata oggetto di un vertice di maggioranza, in programma per martedì, a cui parteciperanno Lega, Pdl e Responsabili. Un vertice di cui, con ogni probabilità, Tremonti non potrà non tenere conto.