29 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Dopo le rivelazioni sull'inchiesta P4

Nel PDL è «panico intercettazioni»

Nel partito di maggioranza si temono dialoghi sul caso Ruby. Intanto Alfano prepara il Consiglio nazionale

ROMA - La scena si ripete da giorni. I portoni di palazzo Grazioli chiusi, sbarrati come succede quando l'ultimo spegne la luce e si va a dormire. Ma le luci sono ancora accese, fino a notte fonda ferve l'attività di Angelino Alfano e Nicolò Ghedini. Con loro anche Silvio Berlusconi e, a volte, Gianni Letta. Tutti riuniti fino a mezzanotte, l'una. Tutti, come riferiscono alcune fonti, a vagliare l'«emergenza intercettazioni», figlia delle rivelazioni sulla P4 - pubblicate dai principali quotidiani - che coinvolgono diversi esponenti dell'esecutivo. L'obiettivo, almeno quello immediato, è quello di parare i colpi e sopire eventuali tensioni. Sperando che la fase emergenziale passi.

Anche ieri le conversazioni di alcuni membri del governo hanno agitato le già mosse acque del Pdl. Benzina sul fuoco, è questa l'immagine più utilizzata nel Popolo della libertà per descrivere l'effetto di quei giudizi a volte critici, a volte sprezzanti, in molti casi politicamente sconvenienti che da giorni affollano le edicole. E siccome la situazione può sempre peggiorare, l'ultima frontiera del «terrore» pidiellino, lo spettro che turba i sonni di alcuni esponenti potenzialmente caduti nella rete delle intercettazioni - secondo voci interne che si rincorrono nel Popolo della libertà - sarebbe quello di dialoghi politicamente scorretti fra esponenti dell'esecutivo sulla vicenda Ruby.

Non certo un buon viatico in vista del Consiglio nazionale convocato per il primo luglio. Lo sa Angelino Alfano, da giorni iper-attivo e con un'agenda fittissima di appuntamenti con colonnelli, tenenti e caporali. La tentazione dell'attuale Guardasigilli sarebbe quella di ottenere dal Consiglio nazionale il massimo dei poteri possibili, un'investitura tale da permettergli di non restare ostaggio delle correnti. La tentazione del premier sarebbe quella di azzerare le cariche nel partito e affidare tutto ad Angelino, ma in pole resta la soluzione del direttorio, reclamata nei mesi scorsi dall'ala di Liberamente, dagli alemanniani e dagli scajoliani.

Certo, i ministri dell'associazione non escono rafforzati dalle rivelazioni di queste ultime ore. Maria Stella Gelmini - raccontano alcune fonti di via dell'Umiltà - avrebbe avuto un contatto telefonico con Fabrizio Cicchitto, dopo le pubblicazioni di alcuni dialoghi. E Berlusconi, dal canto suo, sembra non aver sbollito la rabbia nei confronti di Stefania Prestigiacomo. Ad Angelino Alfano tocca ora il difficile compito di accelerare i contatti con i big del partito, poi di tirare le somme il primo luglio. Malgrado veleni e intercettazioni.