29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Concertone 1° Maggio

«Non si parla di referendum», protestano gli artisti del concertone

Liberatoria fatta firmare a chi si esibiva sul palco

ROMA - E' polemica dietro il palco del Concertone del primo maggio a San Giovanni a Roma, per la liberatoria presentata da firmare agli artisti che sono saliti a esibirsi davanti alla folla: un testo che - data l'epoca di campagna elettorale - chiede conferma del fatto che l'artista non sia candidato, ma lo impegna inoltre a non influenzare in alcun modo il voto degli elettori anche per i quesiti referendari che vanno al voto il prossimo 12 giugno.

LA LIBERATORIA - Secondo l'attore Ascanio Celestini, la liberatoria è stata presentata solo oggi agli artisti e il testo impegna chi si esibisce a astenersi «da affermazioni, dichiarazioni o comportamenti che possano influenzare il voto dell'elettore o fornire indicazioni di voto e da qualsiasi riferimento ai quesiti referendari».
«Un fatto inaccettabile che si aggiunge alla truffa in atto per scippare i referendum agli italiani» afferma un comunicato del Comitato 'Vota Sì per fermare il nucleare. «Ma aggireremo la censura: quello che non hanno potuto dire dal palco gli artisti lo hanno detto alle nostre telecamere. Le loro dichiarazioni saranno da domani sul sito www.fermiamoilnucleare.it».
«E' inaccettabile - prosegue il Comitato - che da una parte non sia ancora stato approvato il regolamento che governa l'informazione per i referendum - regolamento che avrebbe dovuto già essere in vigore - e dall'altra, invece, si applicano regole estemporanee».
Il Comitato protesta inoltre contro la multa che rischiano gli artisti in caso contravvenissero alla liberatoria: «quelle decine di migliaia di euro che pendono sulla libertà d'espressione degli artisti sono un'offesa inaccettabile alla libertà d'espressione e al pluralismo. Un'offesa agli italiani».