29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Prima missione in Libia

Caccia italiani bombardano Misurata, Lega: Di male in peggio

Napolitano: «Decisione coerente con le decisioni dell'ONU e del Parlamento». Il 3 maggio Camere votano mozioni

ROMA - I tornado italiani hanno effettuato la prima missione in Libia e non si è placata l'ira della Lega sulla decisione di partecipare ai bombardamenti mirati: «Di male in peggio», è stato il commento del ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. Sulla nuova fase della partecipazione dell'Italia alla missione contro Gheddafi che, nonostante la benedizione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, continua a dividere maggioranza e forze politiche, si esprimerà il Parlamento dove saranno messe ai voti le mozioni finora presentate da Pd, Idv, terzo polo.

I documenti dell'opposizione vanno in direzioni opposte: quello del partito di Antonio Di Pietro chiede la fine dei bombardamenti mentre quello dei democratici e quello del terzo polo impegnano il governo ad adottare ogni misura possibile per proteggere la popolazione civile libica. ««Abbiamo presentato una mozione sulla Libia perchè è necessaria un'assunzione di responsabilità e ci auguriamo si realizzi una unità perchè l'interesse nazionale viene prima delle beghe politiche e della campagna elettorale che Bossi vuole fare su questi temi, è doveroso quindi che il Parlamento si pronunci. Il governo è in totale stato confusionale e questo umilia il paese», ha spiegato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Per il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, «se la Lega voterà in modo diverso la crisi del governo sarà nei fatti».

Per ora il Carroccio pensa all'astensione ma, fa sapere il capogruppo dei Responsabili, Luciano Sardelli, al termine di un incontro con il premier Silvio Berlusconi «abbiamo chiesto un incontro con Pdl e Lega per arrivare a una posizione comune, a una mozione unitaria della maggioranza». Il presidente del Consiglio, intanto, è salito al Colle e ha illustrato i motivi delle decisioni del governo sulla partecipazione italiana alle operazioni militari in Libia e il presidente della Repubblica ne ha preso atto richiamandosi alle posizioni espresse nel suo intervento pubblico del 26 aprile, in coerenza con gli indirizzi dell'ultima riunione del Consiglio supremo di Difesa.