3 maggio 2024
Aggiornato 01:00
Conclusa dopo tre giorni l'«odissea» di 140 nomadi

I Rom hanno lasciato la basilica di San Paolo

Ospitati in strutture della Caritas. Una soluzione che ha trovato l'apprezzamento del sindaco della Capitale Gianni Alemanno

ROMA - Si è conclusa ieri sera, dopo tre giorni, «l'odissea» dei circa 140 nomadi che venerdì mattina avevano occupato la Basilica di San Paolo, a Roma, dopo essere stati sgomberati del campo abusivo di Casal Bruciato dove vivevano. Dopo tre giorni di accoglienza presso la chiesa romana, i nomadi sono stati trasferiti ieri presso una struttura di accoglienza individuata dalla Caritas e gestita dalla cooperativa sociale Domus. Una soluzione che ha trovato l'apprezzamento del sindaco della Capitale Gianni Alemanno, che ha ringraziato la Caritas «per il suo intervento decisivo per risolvere l'emergenza dell'occupazione della Basilica di San Paolo».

ALEMANNO: ANDREMO AVANTI - Nel farlo il sindaco ha però ribadito con fermezza che la linea dell'amministrazione sul versante del Piano nomadi non cambierà. La giornata di ieri aveva vissuto momenti caldi fin dalla mattina quando ad alcuni nomadi, usciti dalla Basilica al mattino, non era stato più concesso di rientrare. Si è creata, così, una situazione di stallo con i nomadi che tentavano di tornare in chiesa per ricongiungersi con i familiari, ed il gendarmi vaticani che consentivano l'accesso ai soli pellegrini che volevano assistere alla Veglia Pasquale. Per aiutare i nomadi rimasti all'esterno, i volontari delle associazioni che operano nei campi hanno allestito alcuni tavoli su cui hanno distribuito uova e affettati. Poi, in serata, la soluzione. Nel corso della giornata ai nomadi, è arrivata anche la 'vicinanza' del Pontefice Benedetto XVI, cui si erano appellati in una missiva. Gran parte dei rom verranno ora ospitati nelle strutture della Caritas, mentre alcuni già ieri avevano accettato l'offerta di Roma Capitale di un rimpatrio assistito, mille euro ad ogni nucleo familiare per far ritorno nel proprio Paese.