28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Brescia

Torna a scuola Jamila, la ragazza pachistana segregata in casa

Il caso risolto dall'appello di un professore «Temevo finisse come Hina»

BRESCIA - E' tornata a scuola Jamila, la 19enne pachistana di Brescia che era stata costretta dai familiari ad abbandonare gli studi perché «troppo bella» e promessa in sposa a un facoltoso cugino in Pakistan contro la sua volontà. Dopo un appello di un insegnante che aveva scritto una lettera a un quotidiano locale, rendendo così di dominio pubblico la vicenda, si erano mossi anche il console pachistano e alcune associazioni. La famiglia la teneva in casa per paura che la sua avvenenza provocasse attenzioni esagerate da parte dei ragazzi. E il professore aveva scritto di temere «che facesse la fine di Hina Saleem».

Poi il lieto fine della storia dopo alcuni giorni di trattative con la famiglia per fare tornare a scuola la ragazza: la giovane oggi è stata accompagnata in classe, in un istituto professionale di Brescia, dove frequenta il primo anno, dal console pakistano di Milano, dai rappresentanti di un'associazione pakistana e da Silvia Spera della Cgil di Brescia. Jamila era completamente vestita di bianco e si è coperta il volto alla vista dei fotografi. «Su questa vicenda c'è stata troppa enfasi - ha affermato il console - si tratta di un caso che non ha nulla a che fare con quello di Hina Saleem».