29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Processo breve

Napolitano: Valuterò il provvedimento alle fine dell'iter in Parlamento

La Cei attacca: «Impedire le Sentenze non è fare Giustizia»

ROMA - «Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell'approvazione definitiva in Parlamento». Con una dichiarazione da Praga ai giornalisti al seguito nella sua visita ufficiale, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha evitato di commentare il via libera della Camera alla legge sul processo breve che contiene la prescrizione abbreviata per gli incensurati nei processi di primo grado di cui potrà avvalersi il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo Mills. Lasciando però intendere che il suo parere potrà forse essere conosciuto anche prima del voto finale che, considerati i numeri di cui la maggioranza dispone a palazzo Madama, arriverà dal Senato, dopo le vacanze di Pasqua.

Le polemiche e lo scontro, da qui alla conclusione dell'iter parlamentare della legge, sembrano comunque destinate a crescere di intensità. Dopo le opposizioni parlamentari e non, magistratura associata, avvocatura, familiari delle vittime delle stragi oggi anche la Cei, con un editoriale in prima pagina del proprio quotidiano Avvenire, ha bocciato senza appello la legge del Governo approvata dalla Camera. «Non chiamiamolo processo breve», è stata la richiesta del quotidiano dei Vescovi. «Al di là delle ragioni delle opposte partigianerie che possono anche essere vere - è scritto nell'editoriale - il problema vero è che una legge che non fa arrivare a sentenza i processi non affronta nè risolve il problema reale della giustizia che deve garantire processi giusti e completi in tempi ragionevoli e certi. Non interrotti. I problemi della giustizia non coincidono con le urgenze processuali del Presidente del Consiglio rispetto ad alcuni magistrati».

In giornata è attesa una nuova presa di posizione dell'Anm che ieri aveva preannunciato nuove proteste delle toghe contro la nuova legge. » E' un provvedimento - è tornato a denunciare il segretario Pd Pierluigi Bersani - scandaloso. Non dobbiamo più consentire di passare le notti in Parlamento solo per i problemi processuali del Premier senza invece affrontare i tanti e gravi problemi del Paese».