Berlusconi «disgustato» dopo le nuove testimonianze: Regia della sinistra
«Ero solo e Fede e Mora hanno messo su un giro di 100 persone»
ROMA - Il De Bunga, ovvero l'origine del tormentone delle notti di Arcore. La versione di Silvio Berlusconi su come tutto ebbe inizio è stata consegnata ad un gruppo di giornalisti stranieri incontrati a cena ieri sera. «Dopo che mi sono separato - ha riferito il premier - passavo le serate tutto solo davanti al televisore. Allora Emilio Fede e Lele Mora che sono miei amici mi hanno detto 'ci pensiamo noi a rallegrarti'. E hanno messo su un giro che è arrivato a coinvolgere cento persone».
E pensare che le conversazioni dovevano rimanere off the record e invece, alla fine, è trapelato di tutto di più. Compreso un nuovo siluro ai giudici con cui il premier ha dichiarato di sentirsi «in guerra». Frasi che, se possibile, valgono doppio in una giornata in cui il Rubygate si è arricchito di due nuove testimonianze, quelle di Ambra Battilana e Chiara Danese, che hanno descritto, con dovizia di particolari, le serate di Arcore in modo tutt'altro che «elegante», come invece le definisce Berlusconi. La risposta ufficiale ai racconti delle due ragazze arriva dagli avvocati del premier: le nuove dichiarazioni - hanno affermato Niccolò Ghedini e Piero Longo - sono «inconsistenti» e «prive di fondamento».
Con i suoi interlocutori il premier si è definito «disgustato» e, come nel suo stile, ha minimizzato le accuse e i racconti delle due giovani, parlando di solita «macchina del fango» non a caso messa in moto da Repubblica e tra l'altro con una regia che in questo caso appare più che scoperta, visto che l'avvocato di una delle due miss è un deputato dell'Idv. Insomma, il premier continua a seguire la regola dell'ostentare sicurezza e a ribadire la linea del 'i fatti mi daranno ragione» come ha fatto ieri con i giornalisti stranieri. Eppure non è sfuggito ai corrispondenti un certo nervosismo del premier quando un giornalista gli ha chiesto quante volte avesse incontrato Ruby. Quella stessa Ruby che Berlusconi ha definito una «mitomane» capace di raccontare di aver visto a casa del premier festini con i ministri Gelmini e Carfagna, presente anche George Clooney.
Ma sono sempre i magistrati l'obiettivo principale degli strali del premier. In Italia - ha affermato Berlusconi, è in atto una guerra ed è quella con la magistratura che è un «cancro», una «patologia», qualcosa di paragonabile alle Brigate rosse. Figurarsi dunque la soddisfazione del presidente del Consiglio per il via libera della Camera al processo (e prescrizione) breve. «Il voto di oggi - avrebbe detto il premier - dimostra che la maggioranza è salda» e che può anche crescere, come si è visto in occasione del voto segreto, quando ci sono stati sei voti in più rispetto a quelli palesi.
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