19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Mediaset

Berlusconi in aula, applausi e attacchi alle Toghe

I fan lo festeggiano. Il Premier: «I magistrati lavorano contro il Paese». Durissimo il commento del PD

MILANO - Un centinaio di fan ad attenderlo per sostenerlo e poi, di fronte ai cronisti, un nuovo attacco ai giudici, accusati di lavorare contro il Paese. E' iniziata così la giornata milanese del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in aula in tribunale per il processo sui diritti tv di Mediaset che lo vede imputato di frode fiscale. Il premier è arrivato a palazzo di giustizia direttamente dall'ingresso laterale di Via Freguglia. Berlusconi è stato accolto dagli applausi di un centinaio di militanti del Pdl. I sostenitori del premier con le bandiere con il simbolo del partito e il Tricolore hanno innalzato giganteschi palloncini azzurri con la scritta «Silvio resisti». Vicino al tribunale era presente anche un palco con regia mobile, e si ipotizza che possa essere usato per un comizio dallo stesso premier.

Berlusconi prima di entrare in udienza ha parlato di «accuse assolutamente inventate» e a chi gli chiedeva di una sua possibile condanna, ha risposto: «Ma nemmeno per sogno». «Questa è una magistratura - ha aggiunto il premier - che non lavora per il Paese ma contro il Paese». Secondo Berlusconi «la situazione è insostenibile, va riformata la giustizia con una riforma concreta che preveda cambiamenti concreti». Berlusconi ha poi ricordato di aver dovuto partecipare «a 2.566 udienze, nessuno al mondo ha avuto da difendersi così tanto». Senza contare che tutte queste udienze hanno «un costo incredibile e creano un fango incredibile che viene gettato su di me che pazienza sono una persona benestante e sul governo del paese che invece avrebbe bisogno di un governo forte per difendere i propri interessi a livello internazionale.

Durissimo il commento del Pd. «Siamo di fronte a comportamenti del presidente del Consiglio che sono ai limiti dell'eversione - ha detto il responsabile Sicurezza del Partito democratico, Emanuele Fiano -. Che il massimo rappresentante del potere esecutivo, si faccia organizzare un palco da comizio fuori del tribunale di Milano per gridare e strepitare contro la magistratura è inaccettabile. E' la dichiarazione di fatto di una guerra contro uno dei poteri costituzionali».