19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Caso Ruby

All'aula della Camera l'ultima parola, voto su conflitto il 5 aprile

Pareggio in ufficio di presidenza. Fini: Ancora più necessaria l'assemblea

ROMA - Sarà l'aula di Montecitorio a dire l'ultima parola sulla richiesta di conflitto di attribuzione da sollevare davanti alla Corte costituzionale sul caso Ruby. Il voto a Montecitorio si terrà il 5 aprile, alle 15, come ha stabilito la conferenza dei capigruppo dopo che nell'ufficio di presidenza era finita con un pareggio.

PAREGGIO - Nove voti, infatti, erano stati favorevoli e nove contrari, un pareggio ottenuto grazie all'assenza del deputato dell'Mpa Angelo Lombardo e al fatto che Gianfranco Fini ha preferito non votare. Scelta, questa, subito stigmatizzata dalla presidente democratica Rosy Bindi la quale, pur apprezzando la «cautela e la prudenza» del presidente della Camera ha sostenuto che «Fini avrebbe potuto esprimersi per evitare un ennesimo vulnus alla dignità della Camera». Bindi ha quindi denunciato che «ormai siamo dentro una dittatura della maggioranza». Fini da parte sua ha ribadito fin dalla mattinata la «necessità» di portare in aula la questione del conflitto.

LA SMENTITA DI CLOONEY - Comunque senza un parere dell'ufficio di presidenza l'assemblea sarà chiamata ad esprimersi sulla richiesta di conflitto di attribuzione nei confronti dei giudici milanesi che hanno rinviato a giudizio il premier Berlusconi, sollevata dai capigruppo Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni e Sardelli. Intanto sul caso Ruby è arrivata d'oltreoceano la smentita di George Clooney, citato come testimone dalla difesa del presidente del Consiglio. L'attore ha negato di essere stato a una cena con il premier e con Karima el-Mahroug: «Sembra bizzarro - ha detto -, dal momento che ho incontrato Berlusconi soltanto una volta, nel tentativo di raccogliere fondi per il Darfur». Clooney non ha indicato se si recherà a testimoniare, nel caso venisse convocato, al processo che comincia il 6 aprile.