24 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Maltempo

L’acqua non da’ tregua all’agricoltura trevigiana

Coldiretti di Treviso ieri e oggi sopralluoghi nella campagna allagata

TREVISO - «Noi la Festa dell’Unità d’Italia siamo stati costretti a passarla in mezzo ai campi, anzi in mezzo all’acqua...». Così il Presidente di Coldiretti Treviso, Fulvio Brunetta, interviene sull’ennesima emergenza da maltempo che ha colpito la Marca trevigiana e in particolare il mondo agricolo. «Ieri e oggi alcune squadre di dirigenti e funzionari di Coldiretti di Treviso hanno battuto il territorio provinciale per cercare di verificare la tenuta del sistema idraulico del territorio che sembra sempre più impotente nei confronti della tropicalizzazione climatica che riguarda anche la nostra provincia». Alle concentrazioni intense di piovosità, ma anche prolungate nel tempo, si sono aggiunti l’umidità dei terreni che impediscono la percolazione, e il flusso delle maree marine che a loro volta hanno impedito ai fiumi di sfociare con regolarità. Sul territorio con Coldiretti di Treviso anche il Presidente del Consorzio di bonifica Piave, Giuseppe Romano. «Siamo certamente preoccupati perchè il fatto che qualcosa è drasticamente cambiato è stto gli occhi di tutti – continua Brunetta – Non dobbiamo certo attendere altre vere e proprie alluvioni per fare qualcosa. Vanno prese delle contromisure andando ad individuare se sono necessari nuovi interventi idraulici per difendere il territorio. Dobbiamo far sì che l’attenzione delle autorità competenti non si interessi di questi argomenti solo nelle catastrofi. Un piano di riqualificazione idraulica del nostro territorio deve essere considerata una azione di amministrazione ordinaria e preventiva del territorio». Comunque dalle immagini in allegato si evince che, seppur circoscritte, per le singole imprese agricole che sono andate sott’acqua si tratta comunque di alluvioni. Le aree più colpite dalla pioggia di questi ultimi giorni è, come è comprensibile, la zona sud del trevigiano con dei picchi nelle aree del Piave, di Roncade, Monastier e in quella dell’opitergino mottense. «Comunque anche questa volta l’agricoltura pagherà il conto visto che molte pratiche agricole stagionali dovranno essere ritardate complicando l’attività alle nostre imprese agricole» conclude Brunetta «Ora chiederemo delle risposte alle autorità competenti in termini di programmazione e gestione del territorio». Qui sotto alcuni riscontri avuti dalle singole aree.

I corsi d’acqua del Meolo, Musestre, Vallio , scolo Arnasa, e altri canali di derivazione delle acque sono stati invasi da una piena eccezionale che doveva essere sversata sul Sile tramite l’idrovora di Portesine nel comune di Roncade. Questa ha pompato acqua sul Sile continuamente e al limite della concessione, oltre il quale avrebbe creato problemi di esondazione del Sile sul territorio di Quarto d’Altino. Non potendo espellere oltre, l’acqua ha tracimato in vari punti gli argini dei fiumi predetti invadendo i campi del comprensorio roncadese.
Oggi i campi sono arati, erpicati e pronti per le prime semine; i danni sono di lisciviazione del terreno superficiale che scorre via trasportato d’all’acqua; per i terreni invece seminati a barbabietole i danni saranno più ingenti e in molti casi sarà necessaria la risemina.

La situazione che è stata riscontrata è facilmente capibile dalle fotografie scattate a riprova degli eventi. La zona maggiormente colpita è a cavallo tra i Comuni di Motta di Livenza e Cessalto in particolar modo in comune di Motta di Livenza si segnala in via Colmelle Albano l’ allagamento di 2-3 case di abitazione , mentre in via risorgimento- 1° maggio- Contarin sono stati allagati gli scantinati di case e Condomini.
Il territorio » terreno agricolo e coltivazioni» a cavallo della zona industriale di Motta di Livenza fino a Cessalto sono state allagate per vaste aree arrivando alla chiusura di strade minori. Ulteriori vasti allagamenti sono stati verificati nella frazione di Villanova.

Considerzioni: Il territorio è a cavallo tra la gestione dei Consorzio di bonifica Piave ( Codognè) e Basso Piave (San Donà di piave). Una grande estensione di terreni è andata sott’acqua con la conseguenza che prima di poter accedere ai fondi per terminare le operazioni di campagna ( termine della potatura per chi non l’ha ancora fatta, legaggio dei tralci delle viti e pulizia degli interfilari dai tralci tagliati e preparazione dei terreni per le imminenti semine ) passerà del tempo. Inoltre con l’ approssimarsi della ripresa vegetativa si possono creare delle situazioni di umidità favorevoli al propagarsi di fitopatie. Nelle foto è possibile vedere inoltre delle viti di giovane età quasi completamente sommerse.
Inoltre conseguenza di tutto cio’ vi sono il fenomeno delle frane sulle rive dei canali di scolo e l’ erosione per scorrimento superficiale delle acque su terreni da poco lavorati e già in fase di preparazione .
Pertanto viene lamentato che se da un lato » forse» non vi saranno danni da sfissia sulle colture dall’ altro è innegabile il » danno» legato alla mancata operatività aziendale e per gli aspetti sopra citati.