Movimento Giustizia: Le toghe al Ministero riflettano
La corrente invita a valutare compatibilità permanenza-riforma «che ha solo creato un clima di delegittimazione della funzione giurisdizionale»
ROMA - Dopo Magistratura Democratica, anche la corrente della magistratura del Movimento per la Giustizia, invita i magistrati distaccati presso il ministero della giustizia a riflettere e «valutare la compatibilità della loro permanenza in tali uffici con la politica della giustizia che con la loro collaborazione tecnica si sta attuando» attraverso la «riforma epocale» della Giustizia proposta dal ministro Alfano e approvata dal Governo Berlusconi «L'annuncio della riforma della 'giustizia epocale' - è scritto in una nota sulla home page del sito del Movimento per la Giustizia - è l'ennesimo annuncio di una politica della giustizia che non ha prodotto alcun concreto intervento per rendere efficiente il sistema giudiziario ma ha solo creato un clima di delegittimazione della funzione giurisdizionale, ipotizzando anche soluzioni in contrasto con i principi della nostra costituzione».
QUESTIONE DI COMPATIBILITÀ - «Questa politica - è sottolineato nella nota - si avvale dell'apporto tecnico di magistrati distaccati presso il ministero della giustizia. Restiamo convinti che i magistrati abbiano il dovere di mettere la loro cultura e la loro esperienza al servizio del Paese anche dando un contributo tecnico all'attività del Governo. Pensiamo che questa forma di collaborazione istituzionale sia indispensabile per la realizzazione dei compiti che la Costituzione assegna al Ministro della giustizia. Riteniamo che quest'attività, temporanea come tutte quelle fuori ruolo, debba lealmente svolgersi qualunque sia la maggioranza di cui il Ministro sia espressione. Ma ci chiediamo come sia compatibile, con i valori affermati da sempre dalla magistratura associata, la collaborazione tecnica su proposte che mostrano una matrice culturale indifferente alla separazione dei poteri, al rispetto delle procedure e ai tempi delle decisioni, all'indipendenza della funzione giudiziaria e che esprimono un costante segnale di delegittimazione dei magistrati. Registriamo, inoltre, come le proposte di riforma della giustizia annunciate nelle ultime ore si disinteressino dei tempi di durata dei processi e della costruzione di un edificio normativo in grado di garantire l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e la produzione di risposte efficienti e di qualità».
ESORTAZIONE - «E' tempo - è l'esortazione finale del Movimento per la Giustizia- di verifica delle scelte di ciascuno. Noi l'abbiamo fatta. Auspichiamo che anche i colleghi che lavorano al Ministero la facciano, verificando la compatibilità della loro permanenza in tali uffici con la politica della giustizia che con la loro collaborazione tecnica si sta attuando».
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