28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Carceri

Con le ultime 2 morti «poco chiare» di ieri sono 28 i decessi da inizio anno

A fare i conti è l'associazione Ristretti Orizzonti. A Montelupo Fiorentino detenuto inala gas e a Carinola infarto sospetto

ROMA - Con i due detenuti morti in in circostanze poco chiare ieri sale a 28 il numero dei decessi nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno, dieci dei quali suicidi accertati. A fare i conti è l'associazione Ristretti Orizzonti. Le ultime due morti si sono registrate entrambe ieri: nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino un internato 29enne, G.D., di origini genovesi, è stato ritrovato morto nella sua cella. Il giovane era arrivato nella struttura psichiatrica penitenziaria nell'ottobre 2010. Il cadavere è stato trovato nel bagno della cella: in quel momento era solo. A scoprirlo gli agenti: sono subito scattati i soccorsi; si è anche provato a rianimarlo. Il detenuto è stato dichiarato morto intorno alle 18. Accanto all'uomo, che era stato internato a causa di episodi di aggressioni in famiglia, è stata trovata una bomboletta di gas in dotazione ai detenuti.

I reclusi a volte aspirano il gas per sballarsi e questa pratica può anche diventare mortale, ma il Sappe, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, parla apertamente di suicidio. Sul caso è stato aperto un fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Firenze. La salma è stata trasferita al reparto di medicina legale di Careggi per essere sottoposta ad autopsia.

Sempre ieri a Carinola, nel casertano, Francesco Sparaccio, 53 anni, è stato trovato cadavere nella cella dove da sei anni stava scontando l'ergastolo. Qualche mese addietro l'uomo aveva iniziato ad accusare dolori, per i quali chiedeva sempre più frequentemente assistenza infermieristica. E' stato curato con Malox e antidolorifici, anche per via endovenosa e il 25 gennaio scorso il suo legale, Daniela D'Amuri, ha chiesto al magistrato di sorveglianza il ricovero d'urgenza, perché Sparaccio accusava dolori insopportabili al ventre e allo stomaco. Richiesta rimasta senza conseguenze. In ospedale Sparaccio, non ci è mai arrivato.

Ora la famiglia ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Caserta, chiedendo di accertare se quella morte si sarebbe potuta scongiurare oppure no. E Ristretti Orizzonti rivolge anche un appello alle istituzioni per aiutare un giovane detenuto nel carcere di Bari, il 30enne di origini francavillesi Massimo Di Palmo, gravemente cardiopatico, che «in queste ore sta lottando per vedersi riconosciuto il diritto alla salute, diritto 'inalienabile' anche per chi è detenuto. Il giudice del tribunale di Brindisi Giuseppe Licci - spiega l'associazione - ne ha disposto il ricovero nel centro clinico del capoluogo barese, ma nella clinica non c'è posto. Così è stato trasferito in una cella dove vive con altri otto detenuti, fumatori».