20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Il caso Yara

Yara uccisa subito, corpo sempre lì. Nessun «mostro»

A sostenerlo è il criminologo Francesco Bruno, docente di Psicopatologia forense e criminologia all'università La Sapienza di Roma: «Coltello forse depistaggio. Nel sistema ricerche serve regia»

ROMA - Yara Gambirasio «è stata uccisa subito, nel giro di mezz'ora dal rapimento» e il suo corpo «probabilmente è stato sempre lì dove è stato trovato» sabato scorso, in un campo di sterpaglie a 10 chilometri da casa della 13enne. Ad ucciderla «non è stato un serial killer o un «mostro», non mi sembra un omicidio passionale: è un omicidio volontario premeditato di qualche sicario o killer che ha fatto egregiamente il proprio mestiere, peraltro facile. L'hanno uccisa e basta». A sostenerlo è il criminologo Francesco Bruno, docente di Psicopatologia forense e criminologia all'università La Sapienza di Roma.

«Il corpo aveva tutta l'aria di stare lì da un sacco di tempo - dice Bruno - però è probabile che sia stato fatto in qualche modo ritrovare proprio dai rapitori che l'hanno uccisa. Ci sono state molte iniziative della famiglia in questo senso e non credo alla storia dell'aeroplanino» dell'uomo che ha ritrovato il cadavere, finito proprio in quel campo.

L'autopsia sul cadavere fornirà di certo altri dettagli su tempi e cause della morte di Yara, ma per il criminologo i primi elementi sullo stato del corpo e sul suo ritrovamento fanno ritenere che «l'azione è stata fatta da persone fredde e lucide. L'hanno uccisa nella prima mezz'ora dal rapimento. Poi può darsi che in una manifestazione di pietà abbiano fatto ritrovare il corpo. Anche l'elemento del coltello è importante - prosegue il criminologo - perchè potrebbe essere stato usato per depistare le indagini. Di solito, ad esempio, il crimine organizzato non uccide una ragazzina, oppure lo fa cercando di far attribuire la colpa ad altri e così è possibile che sia stato usato il coltello in modo depistante. Di sicuro, però, è stato usato per uccidere. La ragazza si è difesa ed è stata accoltellata nella schiena perchè cercava di fuggire».

Bruno mette però sotto accusa i metodi di ricerca: «Per mia esperienza è possibile che in Italia qualcosa che si cerca non si trovi anche se sta a pochi centimetri, perchè le ricerche delle persone scomparse vengono fatte senza un metodo, senza una responsabilità adeguata. Non è colpa delle persone, ma del sistema che non è in grado di intervenire. In Italia si va a 'Chi l'ha visto?' e non si cerca così una persona scomparsa. Ci vorrebbe una 'testa' - conclude - una sala operativa interforze sulle persone scomparse: tutti i paesi hanno strumenti organizzativi più semplici. Tutti tranne noi».