19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Oggi l'autopsia a Milano

Caso Yara, riaperto il campo dove è stata trovata la ragazza

L'esame sul corpo decisivo per confermare le ipotesi di accoltellamento

MILANO - Misure di sicurezza senza precedenti all'Istituto di medicina legale di Milano, in via Mangiagalli, dove oggi è prevista l'autopsia sul corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso e trovata senza vita solo sabato pomeriggio. I rilevamenti scientifici sul suo corpo saranno decisivi per confermare o meno le ipotesi più accreditate, seppur con molta prudenza e senza escluderne altre, dagli inquirenti negli ultimi due giorni. A loro parere è più probabile che Yara sia stata uccisa a coltellate, dopo un tentativo di autodifesa, nelle ore immediatamente successive alla sua sparizione e che il suo corpo sia rimasto tra le sterpaglie di Chignolo d'Isola per i successivi tre mesi.

Intorno alle 9.30 è arrivata all'obitorio di Città Studi a Milano un'auto del Nucleo investigativo scientifico dei carabinieri, mentre alcuni poliziotti presidiano gli ingressi. L'autopsia, che si annuncia come un lavoro lungo e complicato dall'avanzato stato di decomposizione del corpo, sarà eseguita da una squadra guidata da Cristina Cattaneo, una delle più note antropologhe forensi che è co-fondatore e responsabile del Laboratorio di antropologia e odontologia forense (Labanof), una struttura che ha come scopi principali la ricerca scientifica sullo studio di resti ossei umani e lo studio di tecniche per identificare resti umani e di viventi. Un punto di riferimento per la Questura e per la Procura di Milano.

Intanto il campo di Chignolo d'Isola dove sabato è stato trovato il corpo di Yara non è più transennato dalla forze dell'ordine. I nastri che circondavano l'area e le bandierine della polizia scientifica non ci sono più, così come le pattuglie che impedivano a giornalisti e curiosi di avvicinarsi. Ilario Scotti, l'aeromodellista che verso le 15.30 di due giorni fa ha individuato per primo il cadavere, racconta oggi all'Eco di Bergamo di avere visto, come prima impressione, qualcosa di simile a «un mucchio di stracci buttati lì da qualcuno. Ma appena mi sono reso conto che era una persona, non ho esitato e ho subito chiamato il 113». L'uomo aggiunge di essere «molto scosso».