1 dicembre 2024
Aggiornato 21:00
Rivolta in Libia

Berlusconi «abbandona» Gheddafi. La Russa: Trattato sospeso

Il Premier: «non possiamo restare spettatori, né l'Ue né noi». Il Senato applaude al popolo. Santa Sede: «Ormai è isolato dal mondo»

ROMA - L'Italia prende le distanze da Gheddafi, dopo la cautela dei giorni scorsi il Governo sembra ormai convinto che il leader libico vada lasciato solo e Silvio Berlusconi ha dichiarato questa mattina che ormai «sembra che Gheddafi non controlli più la situazione», mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa ammetteva che il trattato con la Libia «di fatto non c'è già più» e il presidente del Senato Renato Schifani si è augurato che «l'Unione europea e la comunità internazionale intervengano al più presto e sappiano individuare le strategie per evitare che questo sterminio possa continuare». Con un elogio della democrazia e un attestato pubblico in aula di «solidarietà al popolo libico» accolto da un applauso bipartisan del Senato.

Parole molto diverse rispetto a quelle pronunciate fino a l'altro ieri, una presa di distanza sulla quale, probabilmente, hanno inciso anche le sanzioni decise dagli Stati Uniti e la telefonata di ieri del premier italiano con il presidente Usa Barack Obama. Anche se La Russa ripete anche che l'Italia è pronta ad aderire alle sanzioni decise dall'Ue, ma l'eventuale intervento militare è di competenza delle organizzazioni internazionali: «Non è un'opzione che riguarda l'Italia, l'intervento umanitario semmai appartiene alle organizzazioni internazionali».

Il premier ha precisato che al momento «nessuno può prevedere cosa accadrà», aggiungendo che «non possiamo restare spettatori, né l'Ue né noi». In particolare, il premier ha sottolineato che «se le aspirazioni di libertà del popolo libico e dei popoli arabi tutti vanno sostenute non solo a parole ma con atti concreti, va detto che per noi il futuro è pieno di incognite gravi», poiché «potremmo avere sulle sponde del Mediterraneo Stati liberi e democratici ma potremmo anche trovarci» di fronte ad un «pericoloso integralismo islamico» e ad una «emergenza umanitaria senza precedenti».

In particolare, il Governo chiede all'Ue di farsi carico del problema immigrazione. «Vanno bene le sanzioni - ha avvertito La Russa - va bene la condanna, ma poi l'Europa si deve fare carico anche dell'emergenza. Non si può immaginare che con una sorta di egoismo dell'Europa del nord, l'Europa del sud, in questo caso l'Italia, venga lasciata sola nell'affrontare questa questione».
E il leghista Federico Bricolo, presidente dei senatori del Carroccio, aggiunge: «L'Europa si assuma le proprie responsabilità e partecipi alla gestione dei flussi degli immigrati in partenza dal Nord Africa».

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, d'altro canto, non ha mancato di criticare il Governo: «L'Europa deve avere una voce più univoca: deve dire che sta con il cambiamento e deve mettere a disposizione risorse politiche, diplomatiche ed economiche per accompagnare il percorso verso maggiori diritti di questi popoli. Noi non vogliamo esportare modelli ed è singolare che ce lo dica Frattini, lui che ha sostenuto la guerra di Bush».

La Santa Sede rinnova sostegno alla rivolta contro Gheddafi che è «appare sempre più isolato anche a livello internazionale», ormai «assediato con i suoi fedelissimi a Tripoli, dove ieri ha improvvisato un comizio apparso a molti una disperata mossa propagandistica», ha scritto l'Osservatore romano.