1 settembre 2025
Aggiornato 08:30
A dispetto degli annunci

Riforma della Giustizia subito, anzi no: maggioranza stop and go

Lega: «Bozza non c'è». Fonti Pdl: «Prima processo breve e ascolti»

ROMA - A dispetto degli annunci e delle indiscrezioni a getto continuo, sulla giustizia la maggioranza non riesce a sottrarsi allo 'stop and go' che va avanti dall'inizio della legislatura. E sono gli stessi parlamentari fedeli al presidente del Consiglio a pretendere chiarezza: «Ora bisogna farle queste riforme, non si può più perdere tempo», dice un deputato del Pdl che di queste cose si occupa.

Ieri dal ministero della Giustizia è filtrata qualche anticipazione sulla «bozza» che per ora è nelle mani del solo ministro Angelino Alfano, e che ripercorrerebbe le proposte più volte rilanciate dal Pdl: inappellabilità delle assoluzioni in primo grado, sottrazione della polizia giudiziaria al controllo dei pm, separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, doppio Csm (Alfano ha poi smentito che quello dei pm sarebbe presieduto da lui, ma la bozza prevederebbe che due terzi dei suoi componenti siano di nomina parlamentare), 'togati' eletti a sorteggio per cancellare il potere delle correnti, divieto all'organo di autogoverno delle toghe di fornire pareri sulle leggi se non richiesti dal Guardasigilli.

La Lega, che ormai da decenni sostiene l'elezione popolare dei capi delle Procure, sarebbe pronta a dare il via libera alla riforma in cambio di questa innovazione, ma il coordinatore leghista Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, frena: «Se n'è parlato, il ministro ci chiamerà, ma una vera bozza - precisa - non c'è ancora». Poi scherza sui tempi del varo della riforma costituzionale, che secondo quanto annunciato la scorsa settimana dovrebbe essere affidato a un Consiglio dei ministri straordinario: annunciato «a breve», ammette, «ma senza data...».

«Queste bozze - dice una fonte parlamentare del Pdl - sono dei ballon d'essai. Il Consiglio dei ministri per la riforma si potrebbe anche fare a breve, ma comunque non sarà prima delle decisioni sulle cose da fare subito, che sono processo breve e intercettazioni. Che ha un vantaggio e uno svantaggio: è già in aula alla Camera ma non ci piace...». La soluzione? «Potrebbe essere un maxiemendamento». Le prime indicazioni dovrebbero arrivare martedì dalla riunione della Consulta giuridica del Pdl alla quale stavolta dovrebbe presenziare anche Alfano.