18 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Politica & Giustizia

Inchiesta G8, la Giunta della Camera salva ancora Lunardi: Restituire atti

Negata di nuovo la richiesta del Tribunale dei ministri, parola all'Aula

ROMA - E' ping pong tra la Camera e il Tribunale dei ministri di Perugia sugli atti relativi all'ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, indagato nell'ambito dell'inchiesta G8 per corruzione insieme all'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. L'accusa è di aver acquistato nel 2004 ad un prezzo di favore da Propaganda Fide un intero palazzo di cinque piani in via dei Prefetti a Roma in cambio del finanziamento pubblico di 2 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione di un immobile a Piazza di Spagna: l'Aula di Montecitorio aveva negato l'autorizzazione a procedere nei confronti del deputato del Pdl lo scorso 19 ottobre rimandando indietro le carte e oggi, a fronte di una nuova richiesta del Tribunale, la Giunta per le autorizzazioni ha approvato ancora una volta un parere che 'salva' l'ex ministro.

A favore del parere che propone di restituire gli atti hanno votato il Pdl, la Lega e il finiano Giuseppe Consolo (l'altro deputato di Fli Nino Lo Presti era assente). Il Pd e l'Idv hanno votato contro mentre l'Udc si è astenuta. Le motivazioni sono le stesse addotte dalla Camera lo scorso ottobre e sintetizzate in Aula dal relatore Consolo: «Per prassi prevalente dal '99 a oggi - spiegò il finiano - quando la Camera è stata investita da domande di autorizzazione per reati ministeriali commessi, ha ricevuto non solo la richiesta di deliberazione sul Ministro ma anche sui cosiddetti concorrenti laici al reato», ovvero sul cardinale Sepe.

Il Tribunale dei ministri di Perugia invece non la pensa così ed è tornato alla carica con la richiesta di autorizzazione a procedere che, per ora, è stata bocciata dalla Giunta. L'ultima parola, tuttavia, spetterà all'Aula.