Pd: «Dal Governo solo cartelline vuote e minacce»
Lo dice il responsabile Giustizia Andrea Orlando: «Ci opporremo ad altri danni, fermeremo provvedimenti vergogna»
ROMA - La riforma della giustizia annunciata dal governo è fatta soltanto di «cartelline vuote» e «minacce». E il Pd si opporrà con forza a «provvedimenti vergognosi», come il ddl sulle intercettazioni o quello sul processo breve. Lo dice il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando, che oggi ha partecipato ad una assemblea dei dirigenti del partito che si occupano di giustizia, assieme, tra gli altri, a Sandro Favi, coordinatore Forum Giustizia, Mario Cavallaro, responsabile del gruppo avvocatura, Laura Garavini, capogruppo in commissione Antimafia, e le capigruppo nella commissioni Giustizia di Camera e Senato, Donatella Ferranti e Silvia Della Monica.
«Oggi - spiega Orlando - abbiamo tenuto l'assemblea dei responsabili regionali e provinciali della giustizia per definire le iniziative delle prossime settimane. Non abbiamo invece potuto dare un giudizio approfondito sulla cosiddetta riforma della giustizia proposta dal ministro Alfano perché è impossibile dare una valutazione ponderata a cartelline vuote. Di certo, c'è che i titoli scritti su di esse non sono quelli che corrispondono ai reali problemi della giustizia italiana».
Per questo, anticipa l'esponente Pd, «in concomitanza con il Consiglio dei ministri che dovrà licenziare gli atti normativi conseguenti alla relazione del ministro, promoveremo iniziative in tutto il Paese per illustrare ai cittadini e agli operatori le nostre proposte». «Faremo, così, emergere la distanza siderale che separa l'agenda del governo da quella del Paese anche soprattutto in un settore delicato come quello della giustizia, un ambito al quale l'attenzione dell'esecutivo si rivolge, non certo casualmente, ad ogni vicissitudine giudiziaria del presidente del Consiglio».
Il Pd è determinato «ad opporsi in Parlamento e nel Paese ai tentativi di produrre ulteriori danni al sistema giudiziario». «Sarà la mobilitazione delle forze politiche di opposizione e dell'opinione pubblica a fermare provvedimenti vergognosi come la legge sulle intercettazioni e quella vera e propria amnistia impropriamente definita processo breve», conclude Orlando.
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