Arriva la richiesta di processare Berlusconi
Intanto i legali del premier preparano la difesa: la marocchina è nata nel 1992, non nel 1991. Lo Presti (Fli): Berlusconi non ha agito da premier. La Minetti torna in Aula. Franco Nicoli Cristia
ROMA - «Domani mattina presenteremo le nostre richieste in relazione alla posizione di Silvio Berlusconi e faremo un comunicato». Lo dice il capo della Procura di Milano Edmondo Bruti Liberati. Il magistrato aggiunge che con i pm di Napoli non c'è stato nessun contatto e che si tratta di «due inchieste separate».
LO STRALCIO IN VISTA DEL PROCESSO IMMEDIATO - Il capo della procura di Milano, Edmondo Bruti LIberati, con una nota ufficiale comunica che oggi si è proceduto allo stralcio e alla formazione di un autonomo fascicolo processuale nei confronti di Silvio Berlusconi per i reati di concussione e prostituzione minorile nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby. Lo stralcio è stato deciso in vista della richiesta di processo con rito immediato che sarà depositata domani mattina.
La richiesta di immediato dovrebbe riguardare solo il reato di concussione, mentre resterebbe in stand by l'accusa di prostituzione minorile in attesa della decisione del gip.
LA MEMORIA DIFENSIVA DEGLI AVVOCATI DI BERLUSCONI - «Io sottoscritta Karima El Marough, nata a Feki Ben Salah (Marocco), il primo novembre 1992, con riferimento ai quesiti posti dall'avvocato Piero Longo e dall'avvocato Niccolò Ghedini con lettera del 2 novembre 2010, dichiaro...». E' l'incipit del controinterrogatorio dei legali Silvio Berlusconi a Ruby, la ragazza marocchina al centro dell'inchiesta che coinvolge il presidente del Consiglio, inserito tra gli altri nella corposa memoria difensiva che Ghedini e Longo hanno consegnato alla Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio chiamata a decidere sulla richiesta - poi respinta - di poter perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, tesoriere del premier.
Documenti quelli dello studio dei legali del Cavaliere dai quali si evince che Karima è nata nel 1992 e non nel 1991 come invece sostengono gli stessi avvocati nella tesi con cui, secondo quanto rivelato oggi dal Giornale e confermato poi dal procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, intendono evitare il rinvio a giudizio che la Procura di Milano si accinge a chiedere nei confronti di Berlusconi.
NESSUNA FUSIONE SUL CASO RUBY FRA MILANO E NAPOLI - Non c'è stata alcuna richiesta da parte dei pm di Milano per il trasferimento dei documenti che riguardano l'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli e che potrebbe intersecarsi con il caso Ruby seguito dai magistrati del pool di Milano. A confermarlo il procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore. «Ognuno fa il proprio dovere secondo le circostanze - ha detto il procuratore a margine della conferenza euro-africana in corso nel capoluogo campano - evitiamo di far annunciare ai giornalisti possibili sviluppi».
IL PREMIER CONVOCA GHEDINI E ALFANO - Il premier Silvio Berlusconi ha ricevuto a palazzo Grazioli il ministro della Giustizia, Angelino Alfano e Niccolò Ghedini, suo legale. Nelle ore in cui il Pdl ha annunciato un'accelerazione su alcuni provvedimenti in materia di giustizia, e a un giorno dalla decisione della Procura di Milano sul caso Ruby, il Cavaliere ha dunque riunito nella sua residenza romana i massimi responsabili della maggioranza per il capitolo giustizia.
LO PRESTI (FLI): PENSAVA FOSSE LA NIPOTE DI MUBARAK MA NON HA TELEFONATO A SUO ZIO - La competenza del Tribunale dei Ministri sul reato per cui è indagato Silvio Berlusconi nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby non potrà essere riconosciuta perché nei giorni successivi all'ormai famigerata telefonata in Questura a Milano il premier non ha attivato alcun canale con l'Egitto per mettere al corrente il presidente Mubarak di quanto accaduto alla sua «presunta parente». Ne è convinto il deputato di Fli, componente della commissione Giustizia e Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio, Nino Lo Presti.
NICOLE MINETTI TORNA IN AULA - Nicole Minetti, consigliere regionale del Pdl, coinvolta nel caso Ruby, è tornata oggi per la prima volta in Aula al Pirellone evitando fotografi, cineoperatori e giornalisti che la attendevano all'ingresso principale. Minetti si è infatti seduta al proprio posto nell'assemblea passando da un ingresso laterale. Si tratta della prima riunione del Consiglio regionale dopo il suo interrogatorio da parte dei pm di Milano.
L’ASSALTO DI FOTOGRAFI E CINEOPERATORI - Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, considera ormai «di difficile gestione» l'interesse di fotografi e operatori tv per Nicole Minetti, consigliere regionale del Pdl coinvolta nel caso Ruby. Oggi Minetti è presente in Aula come sempre, ma è stata seguita nei suoi spostamenti da un folto gruppo di fotocineoperatori. «La situazione non è più sopportabile dall'Aula. Ognuno fa il proprio lavoro, ma non è possibile che io non possa far muovere un consigliere regionale all'interno dell'istituzione. Sorpassata la soglia dell'Assemblea liberi tutti, ma dentro no» ha detto Boni.
FRANCO NICOLI CRISTIANI AI REPORTER: SE NON LASCIATE IN PACE VI PRENDO A SBERLE - Sono volate parole grosse nel foyer del Consiglio regionale della Lombardia a causa della costante attenzione degli operatori della stampa per il consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti, coinvolta nel caso Ruby. A difendere con toni accesi la collega è stato Franco Nicoli Cristiani, corpulento vicepresidente del Pdl, che ha richiamato vivacemente all'ordine giornalisti e operatori.
LA MINETTI DIFESA DAI COLLEGHI - «Via di qua, vi ordino di sgomberare lo spazio» ha detto Nicoli rivolto ai fotocineoperatori. Un invito ad aspettare la Minetti nella stanza riservata a eventuali interviste invece che nel corridoio all'uscita della saletta dove il consigliere per qualche minuto.
L'ordine non è però stato rispettato tanto che Nicoli ha aggiunto ad alta voce: «Se andate avanti così prendete le mie sberle.
Imparate a rispettare i diritti della gente, se uno non vuole parlare non parla». Minetti è infine uscita dalla saletta scortata fino all'Aula dallo stesso Nicoli e dal consigliere Riparbelli.
VENERDI’ 11 MARZO RIPRENDE IL PROCESSO MILLS - Venerdì 11 marzo riprenderà a Milano il processo al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accusato di aver corrotto il testimone inglese David Mills. Il processo era stato sospeso in attesa della decisione della Corte costituzionale sulla legge del legittimo impedimento.
CONFERMATO IL PRESIDENTE FRANCESCA VITALE - Il collegio sarà presieduto dal giudice Francesca Vitale che aveva presentato ricorso contro la sua applicazione alla decima sezione penale, perché troppo oberata di lavoro in Corte d'appello dove era stata trasferita nel frattempo.
Ma proprio oggi il consiglio giudiziario ha definito legittima l'applicazione confermando la dottoressa Vitale come presidente del collegio. L'ultima parola spetterà al Csm ma allo stato appare improbabile una decisione diversa da quella adottata oggi.
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