29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
La maggioranza ritrova i numeri dopo lo stop al federalismo: 315 contro 298

Sul caso Ruby Berlusconi a quota 315

Negata l'autorizzazione a perquisire gli uffici del Premier: «Ha agito nell'esercizio delle sue funzioni». Bossi: «I numeri sono buoni, si procede»

ROMA - L'Aula della Camera ha approvato il parere della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio che proponeva di restituire gli atti con cui la Procura di Milano ha chiesto di poter perquisire l'ufficio di Giuseppe Spinelli, amministratore privato di Silvio Berlusconi, nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby. A favore della restituzione degli atti hanno votato 315 deputati, i no sono stati 298, un astenuto.

BOSSI (LEGA): I NUMERI SONO BUONI, SI VA AVANTI - I numeri in Aula alla Camera con il sì alla richiesta della Giunta di rinvio degli atti alla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta Ruby «sono buoni», dunque per ora il governo «va avanti». Così il leader della Lega e ministro delle Riforme, Umberto Bossi, interpellato al termine della seduta di Montecitorio.

FERRANTI (PD): BERLUSCONI TEMEVA CHE LA RAGAZZA PARLASSE IN QUESTURA - «La tesi della presunta parentela di Ruby con il presidente Mubarak è risibile e inverosimile perché Berlusconi non agì per salvaguardare il prestigio internazionale dell'Italia, ma per bassi interessi personali: aveva paura che la giovane minorenne potesse raccontare in Questura delle sue partecipazioni alle serate nella villa San Martino di Arcore.
Altro che funzioni istituzionali». Lo ha detto la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, intervenendo in Aula sul caso Ruby e ricordando l'intervista del 28 ottobre in cui la giovane disse che proprio Silvio Berlusconi la invitò a dire in giro di essere la nipote di Mubarak.

PANIZ (PDL) LA PRIVACY E’ STATA VIOLATA PER DENIGRARE BERLUSCONI - «C'è qualcuno tra i magistrati che abbia mai pagato per la fuga di notizie?». Lo ha chiesto il deputato del Pdl Maurizio Paniz nel corso della dichiarazione di voto in Aula alla Camera sul parere della Giunta per le Autorizzazioni che ha proposto di restituire gli atti con cui la Procura di Milano ha chiesto di poter perquisire l'ufficio di Giuseppe Spinelli, amministratore privato di Silvio Berlusconi, nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby.
Dietro l'inchiesta di Milano, secondo il deputato del Pdl, «si cela un intento fin troppo chiaro: ci viene chiesta un'autorizzazione a una perquisizione solo per alimentare il circuito mediatico di denigrazione del premier».

SANTELLI (PDL): E’ UNA OPERAZIONE DI KILLERAGGIO MEDIATO CONTRO IL PREMIER - «Ci troviamo dinanzi ad un'inchiesta palesemente orientata a sviluppare un'operazione di character assassination propria della battaglia politica anglosassone ma che è condita in salsa italiana con un ingrediente indigesto per la sua profonda antidemocraticità: l'utilizzo degli strumenti giudiziari. La violazione del segreto istruttorio e la pubblicazione di paginate di intercettazioni non sono un accidente ma la sostanza dell'azione giudiziaria. Proprio perché l'obiettivo non è la condanna penale di Berlusconi ma più semplicemente un tiro al bersaglio mediatico che distrugga la credibilità del premier». Lo dichiara il vicepresidente dei deputati del Pdl Jole Santelli a proposito del parere della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio che propone all'Aula di restituire gli atti sul caso Ruby alla Procura di Milano.
Secondo Santelli «la Camera è stata utilizzata come una buca delle lettere al solo scopo di divulgare le informazioni senza formalmente assumersene la responsabilità.

TABACCI(API): BERLUSCONI NON E’ SPROVVEDUTO: SAPEVA CHI ERA RUBY - Alleanza per l'Italia dice no alla richiesta della Giunta, su cui vota l'Aula della Camera, di un rinvio degli atti dell'inchiesta Ruby alla Procura perché competente il Tribunale dei ministri. Lo ha detto Bruno Tabacci, in dichiarazione di voto.
«E' bene che i cittadini sappiano che ci si vuole prendere in giro deliberatamente» sostenendo che Berlusconi credesse davvero, chiamando a maggio in Questura a Milano, di intervenire per la nipote di Mubarak. «Una tesi che non merita nemmeno di essere confutata» perché «Berlusconi non è uno sprovveduto, sapeva chi era Ruby» ma era «costretto a compiere atti contrari ai suoi doveri». E con quella telefonata ha adottato un «comportamento assolutamente irresponsabile. Il nostro Paese non merita di essere trascinato in buco nero».

BELCASTRO (RESPONSABILI): UNA COLOSSALE PERSECUZIONE GIUDIZIARIA - Il gruppo dei Responsabili vota sì sulla richiesta della Giunta di un rinvio degli atti alla Procura di Milano per incompetenza, ha detto Elio Belcastro in dichiarazione di voto.
Il deputato ha attaccato «la piccola parte della magistratura che vorrebbe imporre un Governo compiacente al pensiero di chi in gioventù forse lanciava molotov» e si è scagliato contro la «più colossale persecuzione giudiziaria» quella contro Berlusconi: «Basta con i tentativi di rovesciarlo Berlusconi per via giudiziaria».

DI PIETRO: OFFENSIVO SOSTENERE CHE IL PREMIER PUÒ FARE TELEFONATE NOTTURNE ALLA QUESTURA - Silvio Berlusconi sta «umiliando» il Parlamento e la funzione che svolge con «il suo comportamento», chiedere di respingere la richiesta di perquisizione avanzata dai magistrati è una «provocazione», ha affermato leader di Idv Antonio Di Pietro.
Aggiunge Di Pietro: «Non vogliamo entrare nel merito della questione, sapendo che si tratta di decisione tecnica. Ma visto che ci tirate per la giacchetta, è davvero un'offesa all'intelligenza e al buon senso sostenere che rientri nelle funzioni proprie del presidente del Consiglio fare telefonate notturne alla questura per far liberare una sua amica del cuore».

FRANCESCHINI: TESI RIDICOLA, PECCATO CHE MUBARAK NON POSSA SMENTIRE - Dario Franceschini, intervenendo in Aula ha denunciato il fatto che il voto di oggi è «un tentativo maldestro di stabilire la competenza del Tribunale dei ministri, con tanta testardaggine perchè Berlusconi vuole usare la sua maggioranza per sottrarsi alla giustizia: è così da 17 anni».