25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Terrorismo

Sul Web guide per fabbricare bombe, arrestato Imam

Al termine di una indagine durata circa due anni in collaborazione con la Polizia postale. Altri due in manette in Calabria, tutti marocchini

ROMA - Utilizzavano Internet per fare proselitismo e addestrare alla preparazione e all'uso di esplosivi per finalità di terrorismo. Tre cittadini di origine marocchina, tra cui M'hamed Garouan,l'imam della moschea di Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, sono state arrestate dalla Digos di Catanzaro, al termine di una indagine durata circa due anni in collaborazione con la Polizia postale.

Gli altri due arrestati, cui viene contestato il reato di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, per aver ricevuto e fornito documentazione e materiale informatico con istruzioni sulla preparazione e uso di esplosivi, di armi da fuoco, sono Brahim Garouan, 25 anni, figlio dell'imam, entrambi abitanti a Sellia Marina e Younes Dahhaki, 28 anni abitante a Lamezia Terme. Nel ciorso delle indagini gli investigatori della polizia hanno acquisito numerosi elementi probatori a loro carico.

«C'è la conferma di un utilizzo della rete Internet - spiega a TM News, Sergio Mariotti dirigente della Polizia postale - come strumento non solo per la radicalizzazione ideologica ma soprattutto per l'addestramento dei singoli alla preparazione e all'uso di ordigni». Quella scoperta è una vera e propria cellula che aveva nell'Imam l'elemento di spicco che diffondeva il suo verbo anche attraverso i sermoni tenuti nella moschea. Sono emersi collegamenti attraverso gli scambi informatici con realtà all'estero oltre che in Italia che sono oggetto di indagine. Garouan è vicino alla galassia del gruppo Salafita per la Predicazione e il combattimento già nota in diverse inchieste svolte in Italia anche da altre procure.

La rete informatica veniva utilizzata dai tre arrestati per «l'addestramento alle azioni violente con finalità di terrorismo sia a livello internazionale attraverso la rete internet (e in particolare interagendo con canali di comunicazione telematica afferenti all'integralismo islamico) e, sul territorio nazionale, con la creazione e la disseminazione di supporti di memoria informatica contenenti istruzioni e manualistica per il confezionamento e l'uso di armi ed esplosivi, per rendere anonime e sicure le comunicazioni telematiche e per il compimento di sabotaggi di sistemi informatici, quali azioni strumentali o complementari rispetto alle tradizionali forme di terrorismo e, comunque, riconducibili al concetto di jihad globale. La Rete veniva usata anche come strumento per la «radicalizzazione e proselitismo nei confronti degli appartenenti alle comunità islamiche, sia attraverso i sermoni all'interno della moschea di Sellia Marina con la diffusione di supporti informatici contenenti documentazione multimediale di propaganda jihadista». Nel corso dell'operazione sono stati sottoposti a provvedimento di perquisizione ulteriori nove cittadini extracomunitari, di cui otto residenti in provincia di Catanzaro ed uno in provincia di Ravenna, che, a vario titolo, hanno concorso, in funzione strumentale, alla realizzazione del disegno criminoso sopra illustrato. Alle perquisizioni hanno partecipato anche agenti della DIGOS della Questura di Ravenna, del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni «Emilia Romagna», nonché delle unità specializzate del Reparto Prevenzione Crimine «Calabria», degli Artificieri e delle Unità Cinofile Antiesplosivo della Polizia di Stato. L'operazione prende il nome da uno degli spazio web in lingua araba, il cui significato è traducibile in «Nostalgia», con contenuti riconducibili al fondamentalismo islamico, frequentato dagli arrestati.