Zanicchi: da Lerner ero a disagio, sono rimasta a difesa del Premier
«Fin dall'inizio della trasmissione attacchi continui e beceri»
ROMA - «Ero a disagio perché fin dall'inizio della trasmissione è stato un continuo attacco immediato e un po' becero. Sono rimasta per difenderlo: io credo in Berlusconi». Iva Zanicchi spiega così le ragioni della sua decisione di non seguire il suggerimento del Premier di lasciare ieri sera gli studi dell'Infedele.
«Gad Lerner - ha detto la Zanicchi a Radio 24 - è certamente un bravissimo giornalista però ieri ero a disagio perché fin dall'inizio, dal primo minuto della trasmissione è stato un continuo attacco immediato e un po' becero e quando Berlusconi mi ha invitato ad uscire ho pensato che fosse opportuno rimanere li e fare il mio dovere fino in fondo per poter ribattere a quelle accuse incredibili. Il Presidente è certamente esasperato dagli attacchi di questi giorni ma l'atmosfera in studio era eccessiva e si è parlato di bordello. Tutti oggi si atteggiano da moralisti però estrapolare alcune frasi del Cardinale Bagnasco e sbatterle contro Berlusconi anche questo è scorretto e non è vero. Io credo in Berlusconi e aspettiamo a giudicare. Io non frequento personalmente Berlusconi perché preferirà frequentare donne belle e giovani che una babbiona vecchia come me, la sua casa è aperta a tutti e se negli ultimi tempi avessi frequentato la casa di Arcore gli avrei dato dei buoni consigli per evitargli di fare certe cose ».
«Credo - ha detto ancora la cantante - che sia sbagliato indagare e guardare cosa fa una persona in casa propria: non voglio sapere cosa fa Vendola a letto come ci va e con chi lo fa». E ancora: «La prostituzione è deprecabile ma attendiamo perché è sbagliato giudicare prima di capire e credo che non abbia fatto nulla di male, non credo penalmente». Sulla telefonata in questura di Milano per Ruby, «io - ha ha risposto la Zanicchi- non l'avrei mai fatta ma chi conosce Berlusconi sa, come ieri sera, che è un uomo così e se avesse riflettuto non l'avrebbe fatta quella telefonata. In ogni caso Berlusconi telefonando in Questura non ha imposto nulla, non ha fatto pressioni. Ha solo detto che c'era quella ragazza, che poteva essere la nipote... tutto qui. Io conosco Berlusconi e ho lavorato con lui per 25 anni ed era amatissimo da tutti. Un uomo non può essere cambiato cosi: è solo sotto pressione.«
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