Bagnasco: il paese è sgomento. Berlusconi teme l'abbandono
La escort Macrì ritratta: «Mai vista Ruby ad Arcore». Rispunta una proposta di legge del Pdl contro «l'ingiusta intercettazione», con l'obiettivo di «responsabilizzare
ROMA - Dopo l'invito del segretario di Stato vaticano Bertone ad una maggiore «sobrietà e legalità», e dopo le parole del Papa sul recupero della moralità da parte delle istituzioni, ieri sul caso Ruby ha parlato anche Angelo Bagnasco, «La collettività guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale», afferma Bagnasco nella prolusione del Consiglio permanente della Cei, il 'parlamentino' dei vescovi, aperto ieri ad Ancona. «Nubi ancora una volta preoccupanti si addensano sul nostro Paese», afferma l'arcivescovo di Genova, in un discorso prevalentemente dedicato - pur senza mai nominare il premier Silvio Berlusconi - alle vicende politiche italiane.
Il Pdl ha cercato di minimizzare. Fabrizio Cicchitto parla di intervento da valutare «del tutto positivamente». Maurizio Gasparri invita a non strumentalizzare. Ma le parole di Bagnasco non è suonato affatto tranquillizzante ad Arcore. Soprattutto, viene spiegato, il premier teme che la Chiesa lo abbia già abbandonato e sia solo in attesa che emerga definitivamente il prossimo premier (magari Tremonti o Casini) per dare il segnale definitivo.
Ma Berlusconi, come ha ripetuto a profusione, non ha intenzione di dimettersi ed è certo, da premier in carica, di poter rappresentare ancora agli occhi del Vaticano un argine a certe posizioni espresse tanto dalla sinistra quanto da Fli. Resiste nel suo 'fortino'. Oggi sarà di rientro a Roma, ieri ad Arcore è stato come al solito impegnato nel pranzo con i figli, in riunione con Ermolli e Confalonieri, e a colloquio con Letizia Moratti per parlare delle amministrative di Milano. E poi, ovviamente, in 'consiglio permanente di guerra' con i suoi avvocati.
Intanto l'inchiesta va avanti. La ex escort Nadia Macrì adesso dice di non aver mai incontrato Ruby ad Arcore, dove è stata tre volte, o meglio non è sicura, in quanto ha incontrato «una ragazza che le somigliava».
Inoltre dopo gli «abusi» sulle intercettazioni con i quali ci si «trova a fare i conti», è rispuntata una proposta di legge del Pdl contro «l'ingiusta intercettazione», con l'obiettivo di «responsabilizzare alcuni pm». Il primo firmatario, l'ex sottosegretario alla Giustizia Luigi Vitali, ha spiegato che è stata depositata «tra fine ottobre e inizio novembre» e che prevede sanzioni disciplinari per pm e giudici «incompetenti» che autorizzano ascolti, ma anche «indennizzi» per imputati intercettati e poi prosciolti o per «soggetti estranei ai reati», come i testimoni, ma il cui contenuto delle conversazioni viene «sbattuto sui giornali».
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