Annamaria Fiorillo: mi sono opposta inutilmente all'affidamento alla Minetti
Il Pm del tribunale dei minori: «Vado avanti»
ROMA - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, deve «lealtà ai suoi elettori. E' il leader di un movimento popolare che ha sostenuto un disegno di legittimazione della politica contro la burocrazia corrotta, contro quella che chiamavano Roma ladrona. E qui è in gioco il rispetto delle regole e della legalità». Lo dice in un'intervista a Repubblica Annamaria Fiorillo, il pm del Tribunale dei minori che a novembre ricorse al Csm contro la ricostruzione della notte in questura di Ruby fornita in Parlamento dal titolare del Viminale.
Dalla lettura delle carte dell'inchiesta, secondo Fiorillo, si evince che «è stata calpestata l'autorità giudiziaria. A questo punto voglio andare avanti. Tuttavia, negli atti è riportata solo la prima telefonata, non la seconda, quella in cui io mi scontro con il funzionario di polizia Giorgia Iafrate e mi oppongo all'affidamento della Minetti. Spero siano accertate le responsabilità anche dei funzionari di polizia che mi hanno nascosto la telefonata di Berlusconi: lì l'abuso è più evidente». Maroni «ha avallato il comportamento delle forze dell'ordine che hanno disatteso le mie prescrizioni. Lo ha fatto credo perché è ministro dell'Interno e doveva rispondere alla ragion di Stato o alle alleanze politiche. Lo dico perché ritengo sia un uomo intelligente, non credo non si sia documentato su quanto avvenuto realmente quella sera».
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