30 aprile 2024
Aggiornato 22:00
La Russa: «Continuiamo»

Dopo il nuovo caduto in Afghanistan toni discordi nella maggioranza

Stefani (Lega Nord): «Impegno più lungo e difficile del previsto, va ripensato»

ROMA - L'uccisione del caporal maggiore Luca Sanna, ucciso oggi nei pressi di Bala Murgab, nell'ovest dell'Afghanistan, è un «tragico evento» che non preclude il proseguimento della missione militare italiana nel Paese asiatico, ha affermato il ministro della Difesa.

LA RUSSA: VALUTIAMO VOLTA PER VOLTA LE CONDIZIONI DI IMPIEGO - «Non mettiamo in discussione la bontà delle ragioni che ci inducono a perseguire gli scopi della missione», ha precisato Ignazio La Russa fornendo alcuni dettagli sulle circostanze che hanno portato alla morte dell'alpino italiano. «Ma questo non ci impedisce di valutare di volta in volta le condizioni in cui i nostri militari possono e debbono essere impiegati», ha sottolineato il ministro.

STEFANI (LEGA NORD): APPROFONDIRE CONDUZIONE E SICUREZZA - «Mi stringo al dolore dei familiari del soldato italiano morto in Afghanistan a Bala Murghab. Questa missione in cui sono impegnati i nostri soldati italiani - afferma il Presidente della Commissione esteri Stefano Stefani - sta presentando ogni giorno di più il conto salato della nobile causa di pace e di stabilità che la Comunità internazionale ha intenzione di perseguire ma che sta diventando più lunga e difficile del previsto. Il sacrificio di oggi deve farci riflettere su come questa missione venga condotta e soprattutto se ci siano margini per aumentare la sicurezza delle nostre truppe».

BERLUSCONI: GARANTISCONO LIBERTA’ E SICUREZZA NEL MONDO - «Esprimo a nome mio personale e di tutto il Governo profondo dolore per la morte di un nostro soldato in Afghanistan mentre svolgeva un'importante missione di pace per la stabilità e contro il terrorismo». E' quanto dichiara il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
«Alla famiglia vanno il mio cordoglio e la mia vicinanza, e al militare ferito i miei auguri di pronta guarigione. Ai militari impegnati nelle diverse missioni - aggiunge il premier - rinnovo l'appoggio e la gratitudine di tutto il Governo per la professionalità e l'umanità con le quali garantiscono libertà e sicurezza nelle più tormentate regioni del mondo».

DI PIETRO: RITIRARE IMMEDIATAMENTE IL CONTINGENTE - «Alla luce delle prime indiscrezioni sullo scontro a fuoco avvenuto all'interno della base italiana, riteniamo indispensabile ribadire la nostra posizione sulla guerra in atto in Afghanistan. L'Italia dei Valori chiede il ritiro immediato del nostro contingente in quanto in quei territori è in atto una vera e propria guerra e la nostra non è più una missione di pace». Lo afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

L’ESPERTO: L’ AUMENTO DELLE VITTIME PREVISTO - L'aumento delle vittime fra le fila dei militari italiani e della Nato in Afghanistan «era prevedibile, è stato previsto e sta accadendo». Lo sottolinea Andrea Nativi, esperto di strategia militare e direttore della Rivista Italiana Difesa, dopo la morte di un alpino a Bala Murghab. Questa è la fase di «maggiore espansione» del contingente italiano con «4.200 uomini e 4 battle group: «Più gente hai sul terreno, più è facile subire perdite» osserva Nativi.

PIÙ UOMINI EQUIVALE A PIÙ RISCHI - Secondo lui, in ogni caso, «l'impegno militare italiano e gli sforzi della Nato stanno pagando, c'è un impatto concreto perché anche i talebani stanno subendo molte più perdite di prima, e lentamente cedono il controllo di alcuni territori: sta succedendo nelle zone al confine del Pakistan grazie ai raid americani».

I TALEBANI STANNO SUBENDO L’OFFENSIVA USA E REAGISCONO - Anche se per il momento non è chiara la dinamica dell'accaduto a Bala Murghab, «siamo nel bel mezzo della fase invernale della 'surge' decisa da Stati Uniti e Nato, e quindi si tratta di sfruttare a livello militare questa fase offensiva, che è solo una fase temporanea perché poi da luglio inizierà la graduale riduzione dei contingenti» con l'obiettivo della transizione a favore delle forze di sicurezza afgane.