19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Il caso

Ruby, l'ira di Berlusconi: fango e teoremi

«Le elezioni sono un rischio, ma potrebbero costringerci». E ai suoi ripete: «Sono buono». I legali: forse non andrà dai pm. La ragazza: «Non sapeva che ero minorenne»

ROMA - Ira e stupore. Silvio Berlusconi, riferiscono dal Pdl, ha trascorso le ultime 48 ore oscillando tra rabbia e incredulità. L'unica spiegazione che il Cavaliere è riuscito a dare della vicenda Ruby, raccontano non senza un po' di meraviglia ministri e dirigenti del Pdl, è sintetizzata da una frase che il premier andrebbe ripetendo per mettere in risalto la sua buona fede in tutta la vicenda: «Io sono buono». Berlusconi, però, alterna lo stupore per le accuse che gli vengono rivolte alla tentazione di brandire ancora una volta la minaccia elettorale. Tanto che - riferiscono i principali dirigenti del Pdl - pur consapevole del rischio e della fatica che comporterebbe un ricorso anticipato alle urne, il premier sarebbe tornato a ragionare in questo modo: Non so se mi conviene, ma se continuano così forse il ritorno al voto diventa l'unica strada che ci permetteranno di percorrere.

«Io sono buono», ripete a tutti Berlusconi. Ma il Cavaliere, a leggere la nota ufficiale diramata sabato mattina, è anche pronto a tirare fuori le unghie, rispolverando le accuse dei momenti di massima frizione con la magistratura. A scagliarsi contro quelle toghe che a suo dire tentano di scippargli la poltrona di palazzo Chigi. Appena letti i giornali, dunque, il Cavaliere ha messo nero su bianco un comunicato interamente dedicato alla magistratura, insolitamente lungo, 22 righe di affondi durissimi: «Ci troviamo di fronte all'ennesimo teorema costruito appositamente per gettare fango sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale nel tentativo, illusorio, di eliminarmi dalla scena politica», ha sottolineato il Cavaliere, e il caso Ruby rappresenta una «ulteriore macchinazione giudiziaria», che però «non riuscirà a fermarci». Quindi la conclusione: «Mai, in diciassette anni di accanita persecuzione giudiziaria contro la mia persona, alcuni pubblici ministeri della Procura di Milano erano arrivati a stravolgere, in modo così inverosimile e grottesco, la realtà dei fatti, le garanzie costituzionali e lo Stato di diritto».

«Berlusconi non sapeva che fossi minorenne. Sapeva che avevo ventiquattro anni anche perché dicevo a tutti questa cosa, non volevo che si sapesse che fossi minorenne». Lo ha detto Ruby in un'intervista rilasciata a Sky Tg24.
«Il premier - ha aggiunto la ragazza - ha saputo la mia vera età nel corso della famosa notte del 27 maggio quando sono finita in Questura per la denuncia di furto».

«Non ho mai fatto sesso con il premier. Ho ricevuto settemila euro - ha aggiunto la diciottenne - la prima sera che sono andata da lui perché la ragazza che mi aveva accompagnato sapeva della mia situazione difficile. Ero appena arrivata a Milano ed era difficile viverci. Ha parlato con lui e gli ha spiegato la mia storia, la mia situazione familiare e lui mi ha aiutato».