Yara, è caccia alle «impronte» telefoniche
Si spera nei riscontri su 15mila telefonate a Brembate nella sera della scomparsa della ragazza
BREMBATE DI SOPRA - Non c'è alcuna traccia di Yara Gambirasio a ormai 42 giorni dalla sua scomparsa. Le indagini finora non hanno dato frutti e gli inquirenti attendono con una buona dose di speranza i riscontri sulle 15mila telefonate che sono state effettuate nella zona di Brembate e dei paesi limitrofi tra le 17 e le 20 del 26 novembre, la fascia oraria che comprende quei pochi minuti in cui la giovane ginnasta è scomparsa nel nulla. Sulle tracce telefoniche è in corso un lavoro lungo e meticoloso che serve a verificare se ci sono state comunicazioni sospette in quelle ore.
Potrebbe attirare l'attenzione degli inquirenti anche una comunicazione tra due utenze telefoniche che resta aperta per un tempo prolungato, oppure comunicazioni frenetiche e ripetute tra due cellulari diversi: carabinieri e polizia sono quindi a caccia di tutte quelle circostanze che potrebbero far pensare ad un'azione anomala sul territorio. Si tratta di movimenti telefonici non facili da esaminare e che vanno individuati tra migliaia di comunicazioni avvenute quel giorno, con il rischio di non trovare nulla di utile. Il questore di Bergamo Vincenzo Ricciardi ha confermato oggi che non esiste, per ora, una pista prevalente, anche se alcune ipotesi sono state scartate. E' stata considerata, ha confermato il questore, anche la segnalazione di un papà di Brembate Sopra che ha riferito dello spavento della figlia undicenne, la quale il giorno prima della scomparsa di Yara ha avuto l'impressione di essere seguita da un uomo su un furgone e ha riferito tutto ai genitori.
Una testimonianza già nota da alcune settimane ai genitori, ma resa pubblica oggi da Studio Aperto (Mediaset) che ha anticipato un servizio di Quarto Grado. Sono segnalazioni che si ripetono quelle di un furgone sospetto nella zona, ma non ci sono mai stati episodi che hanno portato a formali denunce di persone sospette. I genitori di Yara, contattati da più giornalisti, non hanno escluso di poter fare nei prossimi giorni un nuovo appello per la liberazione della figlia, che ieri è stato ribadito anche dai nonni della ragazzina.