29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Afghanistan

La Russa: nessuna rabbia verso i militari

Il Ministro della Difesa: «La mia fiducia e la mia stima non hanno bisogno di altri testimoni»

MILANO - «Non ho mai pronunciato la parola rabbia. Non c'è rabbia in me». Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel corso di un incontro stampa a Milano, è intervenuto sulle polemiche intorno alla ricostruzione della morte del militare Matteo Miotto in Afghanistan fornendo delle precisazioni su quanto apparso oggi sulla stampa. A proposito di possibili tensioni con i vertici militari La Russa voluto ribadire che: «La mia fiducia, la mia stima, la mia gratitudine per i ragazzi e le ragazze che operano in Italia e in Afghanistan e anche verso gli alti gradi militari non hanno bisogno di altre testimonianze».

«RICHIAMO AFFETTUOSO» - «Il richiamo che ho fatto - ha aggiunto La Russa - affettuoso e amichevole era a essere consapevoli che gli italiani comprendono benissimo quello che i nostri militari stanno facendo nelle missioni internazionali e non c'è alcun bisogno che la pillola sia indorata. Su queste cose la trasparenza è un merito». La Russa ha poi riconfermato fiducia e amicizia anche al generale Camporini al quale ha consigliato di rivolgersi direttamente a lui e non di limitarsi a leggere i giornali. «Non c'è stato nessuno scarica barile - ha concluso il ministro - solo un invito per il futuro a non avere alcuna remora sulla trasparenza, nessun ritardo nel dare le notizie».
A proposito del ritardo nella diffusione della ricostruzione completa dell'episodio della morte di Matteo Miotto, La Russa ha spiegato che il decesso del giovane è effettivamente stato causato dal colpo di un cecchino, ma questo è avvenuto all'interno di un conflitto a fuoco durato «fino a mezz'ora».