19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Brembate di Sopra

Yara, fermato un marocchino per sequestro, omicidio e occultamento

L’immigrato fermato si difende: «Allah mi perdoni ma non sono stato io»

BREMBATE - E' un marocchino di 22 anni il giovane fermato con l'accusa di sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere, nell'ambito dell'indagine sulla scomparsa di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra di cui non si hanno più notizie da venerdì 26 novembre. Il giovane, residente nel trevigiano, è stato bloccato ieri sul traghetto Berkane, salpato da Genova e diretto a Tangeri, con la collaborazione del comandante che ha fatto rientro in acque italiane. Il marocchino (e non tunisino come si era precedentemente detto) è stato interrogato in carcere dal pm Letizia Ruggero ed è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere, ma a quanto si apprende non ha fatto ammissioni.

Secondo alcune indiscrezioni il sospetto si fonderebbe anche su una intercettazione: in una telefonata il giovane avrebbe detto «Allah mi perdoni, non sono stato io ad ucciderla». In ogni caso visto il provvedimento di fermo, motivato anche dal pericolo di fuga, l'ipotesi degli inquirenti è che il marocchino sia coinvolto nella scomparsa della tredicenne e che possa fornire indicazioni utili per chiarire ciò che è accaduto. Massimo riserbo però su eventuali altri sospettati. Il 22enne infatti lavorava nel cantiere del centro commerciale di Mapello dove più volte i cani bloodhunter, guidati dai carabinieri di Bergamo che seguono le indagini, hanno fiutato le tracce di Yara. Intanto oggi le ricerche della ragazzina sono continuate, estese anche nei boschi di Ambivere, ma, a quanto si apprende, non in base ad una indicazione di luogo.